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Uomini nella guerra

A fronte di tanta letteratura, non esiste ancora un film che parli degli alpini nella Ritirata di Russia. È un dato sconcertante perché in un’epoca dominata da media visivi (cinema, tv, internet) non possedere un’immagine è come cancellare un ricordo. Diviene sempre più frequente incontrare giovani che abbiano nozione del conflitto vietnamita poiché possiedono riferimenti derivati da film come “Il Cacciatore” (1978), “Apocalypse Now” (1979), “Platoon” (1986) e molti altri, ma che non sappiano nulla su tragedie che hanno colpito più da vicino il loro popolo, la loro gente. Angelika Vision ha dunque deciso di colmare questo vuoto culturale producendo “La Seconda Via”, un lungometraggio del regista e sceneggiatore Alessandro Garilli, che ha già ottenuto diversi riconoscimenti fra cui l’interesse culturale del MiBact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo), il patrocinio del Ministero della Difesa e dell’Associazione Nazionale Alpini.

Il gruppo di Protezione Civile della Sezione Ana di La Spezia ha inaugurato un veicolo di servizio Land Rover Defender: il mezzo, di seconda mano, è stato rimesso a nuovo e riverniciato con la livrea della Protezione Civile. La cerimonia è avvenuta in accordo con la Croce Rossa Italiana che inaugurava 4 mezzi; hanno presenziato il vice prefetto Ariodante, l’assessore Stretti e il vescovo Luigi Ernesto Palletti che ha benedetto i veicoli.

Una grande adunata

Ti accoglie da lontano con quel suo profilo di braccia scheletriche protese verso il cielo a chiedere di poter risorgere, la gru della ricostruzione. Questa è L’Aquila a sei anni dal terremoto che si portò via in un minuto 309 vite e secoli di storia. Eppure sono bastate poche ore perché quelle strade si rianimassero, come e più di una volta, inondate dal fiume vitale degli alpini accorsi da tutta Italia per l’88ª Adunata nazionale. Per molti è stato un ritorno a casa, almeno per gli 8.500 volontari che da ogni regione si misero in moto la mattina stessa del sisma e allestirono 29 campi per le migliaia di sfollati. “Onorare i morti aiutando i vivi” è il motto dei 364mila volontari dell’Ana, una realtà che qui, nella città ferita, diventa evidenza.

Siamo tornati a L’Aquila per tante ragioni: per incontrare le persone che avevamo soccorso dopo il sisma, per rivedere i luoghi e cosa è stato fatto in questi sei anni, per veder sfilare finalmente in un unico blocco tutta la Protezione Civile e per prestare ancora una volta il nostro supporto. Le attività che i volontari della Protezione Civile hanno svolto sin dalla prima mattinata di lunedì 11 maggio hanno pienamente raggiunto gli obiettivi prefissati. Quattro sono i luoghi segnalati e concordati con l’Amministrazione del Comune di L’Aquila. Anche in questo caso gli attestati di riconoscenza non sono mancati: «Ci volevano gli alpini…» è stata la più gettonata delle espressioni.

Foto ricordo in occasione della visita nella sede della Sezione Ana di Roma del gen. C.A. Giorgio Battisti, generale ispettore delle infrastrutture dell’Esercito. Battisti, al quale è stato donato un crest della Sezione, ha ricambiato con un libro che ricorda i momenti salienti del suo anno di comando a Kabul. Ad accoglierlo c’erano il Presidente sezionale Enzo Fuggetta, il Delegato Ana a Roma Federico Di Marzo, il Capogruppo Roma-Centro Federici e alcuni Consiglieri sezionali.

Domenica 20 settembre gli appartenenti alle batterie 37ª, 38ª, 50ª e reparto Comando, si incontreranno alle ore 10,30 presso il ristorante “Al Pioppeto” di Romano d’Ezzelino (Vicenza). 

LA GRANDE GUERRA

Il libro, nella parte iniziale, tratta il fronte macedone e i suoi campi di battaglia poco conosciuti. Nella seconda parte, intitolata “L’ultimo atto del grande Conflitto”, ripercorre le azioni di guerra vissute dalle nostre truppe dopo Caporetto. La Grande Guerra è conosciuta soprattutto per le battaglie del fronte isontino, ma qui si parla anche di fatti e personaggi in lidi più lontani, al di là dell’Adriatico, in terra di Macedonia. I fatti d’arme sono intercalati dai colloqui di due personaggi. Pagg. 114 - euro 14.

Il libro “Zona Carnia-Cuckla Rombon-Monte Nero” ripercorre e sviluppa avvenimenti che talvolta troviamo descritti in termini non aderenti alla realtà storica, rendendo finalmente giustizia ai combattenti che si sacrificarono in Carnia e Slovenia. Nella prima parte si parla di un fatto avvenuto sul fronte carnico nel 1915 e l’indagine prosegue con i fatti di guerra del Monte Nero e la disfatta di Caporetto, contemplando gli atti del conflitto armato per la conquista del Cukla-Rombon in Slovenia e del ripiegamento per la Stretta di Saga. Pagg. 223 – euro 18.

Attraverso documenti e foto d’archivio, il libro racconta la storia della gente dei due paesi che combatté sotto diverse divise: napoleoniche, austriache, garibaldine e italiane, nelle file dei cospiratori e dei partigiani, sulle barricate e nelle trincee, nella sabbia e nel fango, nel ghiaccio e nella neve, in cielo e in mare. Di ciascuno di loro, oltre a nome e cognome, sono ricordati i sacrifici e le paure che affrontarono, lontani dalle famiglie, rimaste in trepidante attesa. Una testimonianza preziosa perché riporta una fitta corrispondenza, gelosamente conservata e riportata alla luce solo di recente.
“Giorgio Laverda diario d’Albania” riporta integralmente il diario di guerra tenuto dal ten. Giorgio Laverda del 5º reggimento artiglieria alpina, gruppo Belluno, divisione Pusteria. È arricchito con lettere dal fronte. Entrambi contengono bellissime foto d’epoca, alcune inedite.
La storia di due fratelli ufficiali negli alpini: entrambi combattenti sul fronte greco-albanese. Uno dei due non fece ritorno. “Giulio Ostilio Laverda - Il tenente buono” presenta la figura di Giulio Laverda, comandante della 16ª compagnia del btg. Cividale, morto nel dicembre 1941 a causa delle ferite e della malattia contratte durante le prime fasi del conflitto e decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Alcune pagine sono dedicate alla storia del btg. Cividale.
Leo Torrero nacque a Torino nel 1893. Ufficiale nella Grande Guerra, intraprese poi la carriera di pubblicista e fu giornalista per “Il Brennero” di Trento. Scrisse una storia sull’irredentismo trentino, anche se le sue opere più famose furono i volumi di novelle umoristiche. Nel libro “L’involontario di guerra” questa sua capacità di far sorridere persino davanti a fatti tragici come la guerra, risulta essere elemento vincente. Sono numerosi e in continua produzione, i volumi che raccontano e analizzano la Grande Guerra, le battaglie, le drammatiche vicende umane. Pochissimi, invece, i libri che hanno utilizzato l’umorismo - che spesso, nelle vicende umane, si annida tra le pieghe del dramma - come insolita chiave di lettura.

DUE E UN OTTOMILA

Messner parte insieme ad Habeler per il Karakorum: l’obiettivo è l’Hidden Peak (8.066 m). Vuole dimostrare che una cordata a due è molto più veloce e votata al successo che non una spedizione “pesante”, complicata dal punto di vista della logistica e assai costosa. Il libro contiene inoltre la storia alpinistica del Gasherbrum, uno sguardo retrospettivo che secondo Messner è un atto dovuto: chiunque voglia approcciarsi alle vette deve conoscere la strada percorsa dai suoi predecessori.

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