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Sono la moglie di un alpino cocciuto come un mulo. L’alpino in questione è Erminio Guerini, classe 1935, del Gruppo alpini di Iseo, Sezione di Brescia, che a ottant’anni si ostina ancora a voler tagliare l’erba in un terreno che abbiamo dietro casa, ripido e pieno di sassi. Finché il 16 giugno è inciampato cadendo su una piccola staccionata posizionata più in basso del pendio, rompendo la staccionata e anche la schiena.
Ci sono cerimonie che più di altre, per diversi motivi, ci colpiscono. Quella che si svolge alle pendici del ghiacciaio dello Scerscen è una di queste. La storia forse non è nota a tutti: qui il 1º aprile del 1917 una valanga travolse il rifugio Musella, morirono otto alpini del 5º reggimento, un sopravvissuto riuscì a raggiungere il sovrastante rifugio Marinelli da cui partì in soccorso una colonna di alpini skiatori che fu travolta da una successiva valanga.
Il 4 ottobre si è svolto a Bari il pellegrinaggio al sacrario dei Caduti d’Oltremare, organizzato, come ogni anno, dalla locale Sezione Ana. Uno dei momenti più toccanti è stata l’inedita, commovente intonazione della “Preghiera dell’Alpino” da parte del coro Stelle Alpine di Bari che ha accompagnato, con i canti, le varie fasi della celebrazione. Alla manifestazione, oltre ai gonfaloni della Regione, della Provincia e del Comune, erano presenti i vessilli delle Sezioni di Modena, Torino, Abruzzi, Molise e numerosi rappresentanti delle Forze Armate e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Sabato 17 e domenica 18 ottobre Busto Arsizio ha aperto il cuore e le braccia agli alpini lombardi, emiliani e romagnoli. La città, cuore pulsante dell’industria tessile fino a qualche decennio fa ha dimostrato, oltre all’interesse per l’industria, anche una dimensione umana che sa apprezzare chi tramanda e diffonde quasi per osmosi quei valori che sono alla base di una serena e pacifica convivenza civile.
Come spesso accade nell’arco dell’anno alcune manifestazioni programmate da noi alpini o da altre associazioni si sovrappongono, e questo comporta sempre il classico disagio di dover scegliere a quale portare la nostra presenza. Questa volta ci siamo trovati con disponibilità maggiore di alpini e pertanto alcuni hanno partecipato alla cerimonia del Gruppo di Vajont e altri, compreso il sottoscritto, hanno partecipato alla cerimonia al tempio di Cargnacco per il rientro di undici urne di soldati ignoti provenienti dalla Russia.
È “andato avanti” il penultimo reduce del gruppo di Edolo, Abele Festa detto Giacumì. Forse te lo ricordi, avevate scattato una bella foto sotto il portico della chiesetta in Mola. Su richiesta della famiglia e degli alpini di Edolo faccio da ambasciatore e ti chiedo se è possibile inserire qualche riga.
Augusto Tevini - Gruppo di Edolo
Al telefono, il giorno precedente, si premura di chiedermi a che ora arriverò per incontrarlo. Vuole accertarsi che non sia troppo presto, perché quando si incontrano le persone, bisogna essere presentabili e, a una certa età, i ritmi richiedono tempi più lunghi. Solo quelli del fisico però. Perché l’intelligenza corre veloce anche sui binari dei cent’anni. Tanti ne compirà Enzio Campanella il prossimo 20 dicembre.
Dal 1990, anno della posa della lapide, la Sezione di Cuneo e il Gruppo di Dronero si incontrano nel luogo dove hanno trovato la morte 23 alpini del 1º plotone della 18ª compagnia del battaglione Dronero travolti da una slavina staccatasi dalle pendici di Rocca la Meja il 30 gennaio 1937.
Cinquecento alpini, quaranta gagliardetti, dieci vessilli sezionali, in rappresentanza di Gruppi e Sezioni provenienti da Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Questi i numeri dell’adunata sezionale che quest’anno si è tenuta a Mantova, organizzata dal locale Gruppo e dalla Sezione di Cremona. Per ricordare il centenario della Grande Guerra, la settimana si è aperta con una serie di manifestazioni, iniziate dall’inaugurazione, presso la Casa di Rigoletto in piazza Sordello, della mostra di reperti e cimeli d’epoca intitolata “Fra rocce e ghiacciai. Memorie della Grande Guerra”.
Il 41º pellegrinaggio al Sacrario San Matteo organizzato dal Gruppo di Valfurva, coadiuvato dalla Sezione di Tirano, quest’anno si è svolto con un programma ridotto a causa del maltempo. Non è stata celebrata la Messa al bivacco “Battaglione Monte Ortler” in Vallumbrina a 3.122 metri, mentre presso il monumento ai Caduti al rifugio Berni, si è svolta regolarmente la cerimonia commemorativa, i discorsi ufficiali e la Messa celebrata dal parroco di Valfurva mons. Andrea Caelli a ricordo dei Caduti della Grande Guerra.
Da tre anni a questa parte il Gruppo di Vercana (Sezione di Colico) si riunisce per festeggiare un amico speciale, il caporal maggiore Andrea Aggio Pedroli, classe 1932, due occhi azzurri come il cielo d’estate che si illuminano di felicità quando sente intonare una canzone alpina. Andrea è sulla sedia a rotelle, la sua malattia non gli permette di camminare o muoversi in autonomia e nemmeno di parlare.
La collaborazione tra il Gruppo di Onigo e l’Istituto comprensivo di Pederobba ebbe inizio nel 2010 con l’allestimento di una mostra di “vetrate”: una serie di mosaici realizzati con carta velina a più colori, eseguiti dagli alunni dell’Istituto di Pederobba nell’arco di un decennio. Contemporaneamente si svolse un concorso di pittura a tecnica libera che coinvolse anche i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Sernaglia della Battaglia (Treviso).