Ora vorremmo che dai nostri cappelli spuntasse una simbolica penna nera

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    Cosa dicono i catanesi dopo la festosa invasione degli alpini.

    Riportiamo questo articolo per gentile concessione de La Sicilia, il quotidiano catanese che ha onorato l’Adunata con splendidi servizi giornalistici.


    di Giuseppe Farkas La Sicilia


    Domanda: e se l’Adunata degli alpini a Catania durasse trecentosessantacinque giorni l’anno per tutti gli anni a venire?Risposta: non ci sarebbe pi Catania. Almeno quella che conosciamo. Non ci sarebbe pi quella parte di citt indolente e intollerante, insofferente e scontrosa.
    Insomma, resterebbe una citt ideale, o quasi. Nel senso che, secondo quello che si visto in questa settimana di convivenza con le penne nere, l’ipotesi di un raduno imponente e perenne ci accrediterebbe un senso civico invidiabile, esportabile e da esempio non solo per quelli come noi, ma soprattutto per quelli che si sentono migliori di noi.
    Perch sarebbe s un normale senso civico, ma costante nel tempo. Perch noi catanesi, non c’ dubbio, siamo gentili, cordiali, generosi e altruisti. Disponibilissimi nei confronti del prossimo perch dotati di un fortissimo senso dell’ospitalit.
    E qui casca l’asino. Anzi visto che di alpini ancora parliamo, qui casca il mulo. Perch se mancano gli ospiti coi quali far bella figura, ai quali far vedere quanto siamo generosi, ai quali dimostrare che quanto si dice di noi, soprattutto nelle culle leghiste del nord o nord est che sia, assolutamente (o quasi) infondato, se manca insomma qualcosa per cui valga la pena di fare lo sforzo, finisce che questo sforzo non solo non lo facciamo, ma non ci pensiamo nemmeno.
    Eppure in questi giorni abbiamo scordato la fretta e ci siamo fermati a dare indicazioni stradali, consigli sui migliori negozi della zona, non abbiamo alzato i prezzi (anche se si poteva scaricare come sempre la colpa sull’euro), li abbiamo invitati a prendere un caff (corretto), ci siamo inchinati e abbiamo ricambiato cordialmente il saluto di questi perfetti sconosciuti mai visti prima e che forse mai pi rivedremo. Ma nostri ospiti.
    Certo, giusto per non esagerare con la retorica dei buoni sentimenti e dell’ospitalit, gli abbiamo fregato qualche cappello (la cosa per loro pi preziosa) ma era soltanto una goliardata. E pensiamo con orgoglio a quella mamma che, rassettando la stanza del figlio, ne ha trovato uno, ha rimproverato il figlio e restituito il cappello. Quello che ci piacerebbe, adesso che anche l’ultima tenda stata smontata, che anche dai nostri ideali cappelli spuntasse una simbolica penna nera. Sarebbe bello che il clima di questi giorni, la nostra disponibilit al sorriso e alla gentilezza non partissero assieme a quelle duecentomila persone che abbiamo con tanta gioia ospitato. Insomma, facciamo finta che stata organizzata nella nostra citt una nuova, imponente manifestazione, quella che a chiunque farebbe venire brividi e freddo al pensiero di ospitarla. Il raduno dei catanesi.