Gli alpini nella storia d’Italia (3 puntata)

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    Figli della montagna e delle vallate alpine

    Le conseguenze del reclutamento territoriale sono numerosissime e spaziano dai legami interni ai reparti, al rapporto tra alpini e popolazione civile, alla relazione tra istituzione militare e territorio. In primo luogo, i reparti: quando un coscritto viene arruolato in una compagnia alpina, in caserma non trova dei commilitoni ma dei compaesani . Molti di loro li conosce già, li ha incontrati da bambino a scuola, li ha rivisti nella piazza del paese, la domenica dopo la Messa, al ballo a palchetto; altri li incontra ora per la prima volta, ma sono ragazzi che parlano il suo stesso dialetto, conoscono gli stessi campanili e gli stessi orizzonti, sono cresciuti nella stessa vallata. Questa comunanza di tradizioni e di cultura stabilisce fra gli alpini un legame molto più forte rispetto ad altri Corpi: è un legame tra uomini prima che tra soldati , un vincolo preesistente alla vita militare.

    La compattezza delle compagnie alpine, riconosciuta e sottolineata da tutti gli esperti militari, nasce da qui, da una solidarietà istintiva tra figli delle stesse montagne e delle stesse vallate. L’esempio più evidente e drammatico è la ritirata di Russia dell’inverno 1942/43: le Divisioni di alpini hanno migliaia di vittime (come i fanti, come le armate ungherese e romena) ma sono le sole che conservano l’unità dei reparti e a Nikolajewka giungono con compagnie e plotoni decimati, eppure ancora uniti.

    La ragione è insieme semplice e profonda: nel compagno che cade a terra stremato dalla fame e dal freddo, l’alpino non vede un commilitone conosciuto qualche mese prima in caserma, ma un compaesano con cui è cresciuto, uno di cui conosce i genitori, le sorelle, la casa. Aiutarlo a rimettersi in piedi, mantenersi stretti l’un l’altro, incoraggiarsi pensando a quando ariverem a baita , è un modo per difendere la propria comunità e, insieme, la propria identità. In secondo luogo, il reclutamento territoriale incide sul rapporto con la popolazione civile.

    Per gli abitanti delle vallate gli alpini non sono soldati , giovani in divisa che parlano dialetti incomprensibili e vivono chiusi nei recinti delle piazze d’armi: gli alpini sono i bocia , i figli della comunità, i coscritti partiti ancora ragazzi per la leva e destinati a tornare già adulti . E la caserma non è percepita come un luogo lontano e straniero, ma come l’edificio dove ieri hanno indossato la divisa i nonni, poi i padri, oggi i figli, domani i nipoti e i pronipoti; un luogo dove molti, dopo il congedo, torneranno come volontari, chi per una manutenzione elettrica, chi per un lavoro di carpenteria, chi per un intervento idraulico.

    In questo modo, il periodo del servizio di leva alpina diventa una proiezione della vita civile, una delle esperienze che scandiscono l’esistenza della comunità: e la caserma è un patrimonio del territorio, come il municipio, la scuola, l’ufficio postale. In terzo luogo, l’immagine del Corpo. L’alpino si caratterizza da subito come un montanaro, che nell’attività militare propone le stesse virtù e le stesse attitudini della gente di montagna: la pazienza, la tenacia, la rassegnazione, la resistenza, la pacatezza.

    Come scriverà nel 1920 Piero Jahier in Con me e con gli alpini , il soldato alpino è prima di tutto un uomo della montagna: perchè gli alpini curano tanto le robe, mentre spreca il soldato cittadino? Perchè il montanaro che deve creare ogni cosa ha rispetto alla cosa creata: sa che è fatica creare: e dunque conserva la cosa creata, la spende lentamente, la ripara, l’ama. Perchè gli alpini sono tanto disciplinati? Perchè loro padrone è la montagna che è autorità assoluta. Dall’alto viene, indiscutibile, il tuo bene e il tuo male. Perchè gli alpini combattono così bene?Perchè credono alla forza del montanaro e il loro lavoro è un combattimento con la natura. Perchè sono così rassegnati?Perchè considerano i mali della società come i mali della natura: sono mali eterni e imprevedibili i mali della natura, e nulla vale la ribellione. Tu non ti ribellerai perchè le rupi cancellano in un attimo il campetto tentato. Tu non distruggerai perchè la valanga distrugge. A te tocca riparare e conservare. Tu non offenderai perchè l’ingiustizia ha offeso. A te tocca patire e riparare .

    Gianni Oliva

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