I bambini nel CalendEsercito
Dodici disegni dei bambini accompagnano l’anno del CalendEsercito 2014, intitolato “L’EsercitoMio”. Sono stati realizzati da figli e nipoti dei nostri soldati, molti dei quali impegnati in missioni all’estero, e raccontano con semplicità e tanto colore la loro visione della vita militare. I disegni sono stati scelti attraverso un concorso che annovera tra le migliori rappresentazioni quella di Gianmarco, 12 anni, figlio del 1° maresciallo alpino Sergio De Grandi, effettivo al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito Italiano di Torino.
C’era una volta un masso…
Nel piccolo paese di Sant’Eulalia (Treviso), 500 abitanti, compreso il pievano don Giuseppe Panozzo, c’è un monumento che ha una storia davvero singolare che merita d’essere raccontata. Dopo la riesumazione dei Caduti della Grande Guerra dai cimiteri militari e la loro collocazione nei sacrari di Cima Grappa e Bassano, a partire dagli anni Venti sorsero ovunque lapidi e monumenti in loro ricordo. Anche questo borgo della pedemontana del Grappa, testimone diretto del conflitto, che fu centro di smistamento delle truppe italiane e francesi destinate al fronte, voleva il suo monumento, ma lo voleva soprattutto il parroco don Giuseppe, che vedeva in questo anche un’occasione per unire la comunità.
Alpini e basco
Voglio esprimere il mio dissenso nei confronti di quanto espresso nella lettera di Giovanni Galeazzi di Milano apparsa sul numero di ottobre, quando parla che si svende il cappello alpino facendo diventare alpini dei portatori di basco. Forse non sa quanti di quei baschi, arruolati fra gli anni sessanta-settantaottanta, avrebbero voluto essere degli alpini.
Il bene (e il male) non hanno confini
Caro direttore, sono un vecio alpino (in gennaio compio 92 anni), facevo parte del 2° btg. misto genio della Tridentina. Nel giugno del 1990 facemmo un viaggio memorabile, organizzato dalla “Rondine” di Alba, con i capitani della Cuneense: Penzo, Soffiantino, Piero Toni e Mario Giardino di Ravenna, Vittorio Mistri di Ferrara e il ten. Marco Razzini di Milano.
Una preziosa eredità morale
Gentilissimo direttore, mio padre, Arnaldo Chierici, era un reduce dell’Armir, della Campagna di Russia, figlio del tenente colonnello Policarpo Chierici arruolato come artigliere nel 5° Alpini, della Divisione Tridentina.
Il risveglio di un dormiente
Caro direttore, ho appena letto il numero di novembre de L’Alpino, mi ha colpito la lettera del signor Amici e la risposta che lei ha dato. Irrispettosamente le vorrei suggerire una terza considerazione, mi spiego. Dopo un’esaltante esperienza alla Scuola Militare Alpina di Aosta, ho svolto il servizio di prima nomina nel btg. Pieve di Cadore e nell’ultimo periodo di ferma ho dovuto sopportare un comandante di Compagnia scorretto e sicuramente non dotato dell’arte del comando.
“Uniti, come sempre”
Costruttiva e innovativa: sono gli aggettivi che più colgono il significato della riunione dei presidenti delle Sezioni Italia svoltasi al Palazzo delle Stelline domenica 17 novembre, a Milano. Un successo anche di presenze: 81 presidenti di Sezione su 81, oltre ai presidenti di Francia e Germania. Un plenum che non ha precedenti e che ha fatto onore alla relazione del presidente nazionale Sebastiano Favero ma ha anche dimostrato la determinazione e l’unità di quanti hanno la responsabilità della conduzione sul campo dell’Associazione nell’affrontare i problemi che il tempo presenta.
Walter Bevilacqua, Alpino
Walter era uno degli ultimi pastori della Val Divedro, un lembo di terra ossolana di confine dove in pochi passi i nomi cambiano da Bevilacqua a Franz. Il suo regno era la montagna e della montagna il suo carattere aveva preso i tratti più distintivi. Era sobrio, concreto, abitudinario. I segreti della vita in quota gli erano stati trasmessi dal nonno Camillo con cui era cresciuto, i ritmi di vita impressi dalla cadenza delle stagioni, d’estate sull’alpe con gli animali al pascolo, in autunno la transumanza e la discesa in valle, per l’inverno.
Rotariani alpini a Feltre
A due anni dalla loro nascita del sodalizio in occasione dell'Adunata Nazionale Alpini del 150° a Torino e dopo la corale partecipazione alle Adunate nazionali di Bolzano e Piacenza, i rotariani alpini hanno organizzato il loro 1° Raduno che si è svolto a Feltre nella splendida cornice delle montagne del Cadore, ospiti del locale Club Rotary e della Sezione ANA.
Tesori nascosti
È un’emozione avvicinarsi a una nuova valle: tra pochi istanti gli occhi si poseranno su cime i cui profili ora sono solo immaginati. Come si arrampicheranno i boschi sulle alture? Quanto spazio concederà loro la roccia che trionfa sempre sul culmine della montagna? E i paesi raccolti intorno ai campanili e i colori caldi dei mazzi di larici nell’autunno inoltrato: quale paesaggio ci attende?
MODENA – Frassinoro: adunata e altro ancora
Impegnarsi uniti per riuscire a fare cose importanti, da ricordare e di cui essere orgogliosi. Questo è il significato della bella adunata sezionale che i gruppi di Frassinoro e Piandelagotti hanno ben organizzato insieme. Di concerto con l’amministrazione comunale, i volontari avevano messo in sicurezza una strada del paese, disboscando il costone soprastante, e il venerdì prima dell’adunata era stata inaugurata la fontana che il gruppo di Frassinoro aveva realizzato a Pian di Venano.
NEW YORK – Un cappello, in memoria
Gli alpini di New York hanno ricordato, con semplicità e sentimento alpino, chi dalla prigionia nella vastità delle praterie del Texas non ha più rivisto l’Italia. Niente cerimonie e fanfare, ma solo il saluto commosso del geniere alpino della Tridentina Giuseppe Clemente, socio della sezione New York, che è andato a deporre il cappello sulla lapide nella chiesetta votiva del campo di prigionia nr. 31 di Hereford, in Texas, in memoria di coloro che non sono tornati.