CREMONA – La marcia dell’ultima notte
Sono stati oltre 150 i partecipanti alla prima edizione della “Marcia dell’ultima notte”, organizzata dal Gruppo di Castiglione d’Adda. All’imbrunire gli alpini sono partiti dal monumento ai Caduti e Dispersi in Russia, eretto nel piazzale della stazione di Casalpusterlengo (Lodi) e hanno percorso 7 chilometri di strade secondarie, nella campagna della Bassa Lodigiana, fino alla chiesina di Terranova dei Passerini.
Ciao Franco
Leggendo l’editoriale di marzo la spina che ho nel cuore punge, le lacrime scendono lungo i rivoli dell’età. Come dite voi, Franco è “andato avanti”: marito, padre, uomo e alpino esemplare.
La parola del bene
È l’Opera di un santo. Sognata, voluta e realizzata da don Gnocchi per assicurare cure, riabilitazione e integrazione sociale a mutilatini e poliomielitici. Un’Opera di carità, nata nei giorni più drammatici della ritirata di Russia. Scrisse in quell’inferno bianco al cugino Mario: «Sogno, dopo la guerra, di potermi dedicare per sempre ad un’opera di carità, quale che sia, o meglio quale Dio me la vorrà indicare.
Il linguaggio dell’arte
Forse neppure Pino Baù, di Prova di San Bonifacio (Verona) poteva immaginare quale forza comunicativa contenesse il linguaggio dell’arte. Lui, come noi, abituati a credere che il successo della vita dipenda dal percorso scolastico. A lui la scuola proprio non piaceva. Un po’ di avviamento dopo le elementari e un titolo di terza media, conseguito da privatista, ma, più che altro per mettere a posto le carte per garantirsi il lavoro.
Giovani, passione e sincerità
Ho deciso di scriverle in merito ad alcuni commenti particolarmente severi rivolti ai giovani contenuti negli ultimi numeri de L’Alpino. Vorrei lanciare un messaggio per difendere i giovani, i loro ideali e la loro ricettività verso il passaggio di testimone generazionale.
Missione Libano
Dodici alpini appartenenti alle Sezioni di Asti, Bergamo, Luino, Monza e Salò, lavorando sodo e rinunciando a trascorrere le festività pasquali con la propria famiglia, in soli dieci giorni sono riusciti a portare a termine l’impegno promesso. In stretta collaborazione con ufficiali e soldati del Cimic (Civil- Military Cooperation) e con gli alpini della Brigata Taurinense il sito storico archeologico di Qana ha davvero cambiato faccia.
Un animo semplice
Anche se ci si avvia verso la primavera, lo sguardo e il pensiero alle montagne innevate ci richiamano alla mente il nevosissimo inverno di cento anni fa, quando nel 1916 le valanghe colpivano sulle Dolomiti più degli eserciti in lotta. Nella Valle del Biois contornata dalla Costabella e dalla Marmolada quei lontani eventi evocano ancor oggi il nome di don Costanzo Bonelli, che fra queste montagne vide la luce e conobbe la vita del montanaro, per tornarvi poi da sacerdote e cappellano dei suoi alpini, coi quali divise fino in fondo la sorte in guerra. Costanzo era nato nel lontano 1880 a Vallada Agordina (allora appartenente alla Pieve di Canale d’Agordo), in Andrich, uno dei sette villaggi di questo paese delle Alpi, vicino alla fontana e alla chiesetta dove ci si radunava per la preghiera comune.
Interprete d’umanità
Racchiudere in un’immagine la straordinaria figura del beato don Carlo Gnocchi è impresa improba e per nulla soddisfacente. Eppure, tra gli slogan sopravvissuti alla storia, due sembrano sintetizzare più di altri la poliedrica e affascinante personalità di un uomo – e di un prete – che ha fatto la storia del Novecento italiano: santo con la penna alpina e padre dell’infanzia mutilata. Non sono icone poi così distanti.
Dedicato al nostro “papà”
In occasione del centenario della morte del generale Giuseppe Perrucchetti, da tutti conosciuto come il papà degli alpini, la Sezione di Milano e il Gruppo di Cassano d’Adda hanno organizzato una serie di eventi commemorativi che hanno avuto il culmine domenica 17 aprile. Una bella anticipazione c’è però stata sabato 9 con l’inaugurazione della mostra dedicata al generale, curata da Giuseppe Martelli, Francesco Testa e dagli alpini di Cassano, seguita dalla conferenza dal titolo “Giuseppe Perrucchetti e Armando Vitali, dall’Aquila Asburgica alla Croce Sabauda: patrioti per l’Italia unita”, curata da Marco Galbusera e Dario Riva.
Verso la santità
È il 17 agosto 1979. Sperandio Aldeni, artigiano ed elettricista, è al lavoro come tutte le mattine. Quel giorno si trova ad Orsenigo, in provincia di Como (oggi Lecco), a pochi passi dallo stabilimento della Cartotecnica. Intorno alle ore 16, entra nella cabina di trasformazione da 15 mila volt per collegare l’interruttore primario alla linea che arriva dall’Enel.
Una mela a metà
Mi sono congedato nel lontano dicembre 1970, da Bassano del Grappa, 6º art. da montagna. Per i 10 anni successivi non avevo mai preso in considerazione la partecipazione alle Adunate, sino a quando un amico mi trascinò con lui alla mia prima di Verona.
Incontriamoci
In qualità di iscritto all’Ana consulto con molto piacere e attenzione la nostra rivista periodica L’Alpino apprezzandone e condividendone le motivazioni, lo spirito e le finalità.