La parola del bene

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    È l’Opera di un santo. Sognata, voluta e realizzata da don Gnocchi per assicurare cure, riabilitazione e integrazione sociale a mutilatini e poliomielitici. Un’Opera di carità, nata nei giorni più drammatici della ritirata di Russia. Scrisse in quell’inferno bianco al cugino Mario: «Sogno, dopo la guerra, di potermi dedicare per sempre ad un’opera di carità, quale che sia, o meglio quale Dio me la vorrà indicare.

     

    Desidero e prego dal Signore una cosa sola: servire per tutta la vita i suoi poveri. Ecco la mia “carriera”. Purtroppo non so se di questa grazia sono degno: perché si tratta di un privilegio». Fedele al mandato ricevuto («Amis, ve raccomandi la mia baracca» fu l’appello di don Carlo, in dialetto milanese, sul letto di morte) la Fondazione che oggi porta il suo nome continua a rispondere, spesso con soluzioni innovative e sperimentali, ai bisogni emergenti delle persone più fragili. Grazie a un modello “distintivo”, finalizzato alla presa in carico globale del paziente nel suo percorso socio-sanitario, oggi la Fondazione accoglie, cura e assiste:

    • bambini e ragazzi con disabilità, affetti da complesse patologie acquisite e congenite;

    • pazienti di ogni età che necessitano di interventi riabilitativi in ambito neuromotorio, cardiorespiratorio, pneumologico e oncologico;

    • persone con esiti di traumi, colpite da ictus, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, morbo di Parkinson, malattia di Alzheimer o altre patologie invalidanti;

    • anziani non autosufficienti, malati oncologici terminali, pazienti con gravi cerebrolesioni o in stato vegetativo prolungato. Riconosciuta Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), la Fondazione Don Gnocchi conta oltre 5.500 operatori, tra personale dipendente e collaboratori professionali, destinatari di una costante azione formativa.

    L’attività si articola negli ambiti:

    • sanitario-riabilitativo (in regime di ricovero residenziale e day-hospital, ambulatoriale e domiciliare);

    • socio-assistenziale (Centri Diurni Integrati, Residenze Sanitario-Assistenziali, interventi domiciliari, ricoveri di sollievo, Centri residenziali per cure palliative…);

    • socio-educativo (Centri Diurni Disabili, Residenze Sanitarie per Disabili, Degenze Diurne Riabilitative, comunità- alloggio, case-vacanza…). Le prestazioni sono erogate in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale in 28 Centri residenziali (a cui si affiancano una trentina di ambulatori territoriali), in 9 regioni, con 3.696 posti letto.

    Intensa è l’attività di ricerca scientifica e di formazione ai più diversi livelli. Nei Centri residenziali e negli ambulatori territoriali gli operatori della Fondazione Don Gnocchi si prendono cura ogni giorno di quasi 10 mila persone in situazione di fragilità, in una visione globale che non dimentica le famiglie e che garantisce continuità assistenziale da un livello di cura a un altro, sia esso l’ospedale, il Centro di riabilitazione, il medico di famiglia, fino al domicilio.

    I percorsi di cura sono alimentati da un’intensa attività di ricerca scientifica e innovazione tecnologica e da un costante impegno formativo per l’aggiornamento professionale degli operatori. In Fondazione Don Gnocchi sono sempre più utilizzati sistemi tecnologici robotizzati, strumentazioni estremamente avanzate che integrano il lavoro svolto dai terapisti per supportare e rendere più efficaci i trattamenti.

    A Milano, ad esempio, è stato di recente avviato il Care Lab, un innovativo progetto per riabilitare i bambini con problemi neuromotori attraverso il gioco, grazie all’utilizzo della realtà virtuale. Riconosciuta Organizzazione Non Governativa, la Fondazione Don Gnocchi è inoltre impegnata in progetti di solidarietà nei Paesi in via di sviluppo.