Memoria e spirito positivo
Se l’Associazione avesse una capitale morale, quella sarebbe la memoria. E non solo legata ai fatti bellici di cento e più anni fa, ma che s’allaccia a un presente vicino. Nel lungo elenco compare la grande alluvione del 1994 quando il Tanaro esondò provocando 70 vittime e danni enormi.
Riconoscenza e fiducia
La cattedrale di Santa Maria Assunta e San Gottardo è una delle più grandi chiese del Piemonte, sublime espressione dell’architettura gotica. Un bene partorito da un’arte millenaria che ha accolto migliaia di alpini per la consueta Messa del sabato.
Auguri Pippo
In casa mia siamo una famiglia di militari e qui vorrei ricordare mio fratello. Seguendo le orme di mio padre, si è arruolato a 18 anni ed è stato subito alpino per tutta la vita. È nel suo Dna! Il suo amore l’ha trasmesso a me, che pur non facendone parte in modo attivo, amo profondamente questo unico e meraviglioso Corpo.
La baita di Viareggio
È falsa la notizia pubblicata a pagina 6 del numero di aprile de L’Alpino relativa allo sfratto del Gruppo di Viareggio! Il Sindaco che non è del Pd, ha chiamato tutte le associazioni che occupano spazi pubblici, per regolare la loro posizione, obbligato causa il dissesto dello stesso Comune, frutto di precedenti amministrazioni, e non certo per assegnare la sede ad extracomunitari!
Italia, amore mio!
Ogni anno che passa li incontriamo più “veci”, alcuni si appoggiano ad un bastone, altri sono accompagnati da figli e nipoti, come il vulcanico Fernando Caretti, Presidente della Sezione Argentina. Nonostante le difficoltà, la lontananza e gli acciacchi dell’età che avanza, gli alpini che vivono all’estero hanno percorso migliaia di chilometri e da quattro continenti hanno raggiunto Asti per partecipare alla grande festa alpina.
Mattarella in Ortigara
Alle 4 del mattino del 24 maggio 1915 dal forte Verena partì il primo colpo di cannone verso le fortezze austriache sulla Piana di Vezzena. Fu l’atto che sancì ufficialmente l’entrata dell’Italia in guerra. Proprio in ricordo di tutti i Caduti lo scorso 24 maggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è salito sull’Altopiano di Asiago, nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra.
Tanta fatica, tanta gioia
Il lunedì che precede l’Adunata cominciano ad arrivare le avanguardie: comando, segreteria, Centro Radio, magazzino, squadra segnaletica e squadra transenne. Tutti al lavoro per fare in modo che ogni componente sia in piena operatività, al più presto.
All’inferno e ritorno
«L’altra sera, una chiara e fredda sera invernale spazzata dal vento, i miei piccoli, gli orfani dei miei alpini, dormivano tutti naufragati nei grandi letti bianchi della casa austera e serena da poco preparata per loro. Dormivano il loro sonno di seta, popolato di corse spensierate al paesello alpestre, nella grande casa ancora tutta da scoprire. E nell’oscurità frusciante di innocenti pensieri e di sogni ridenti, tornai a vedere gli occhi desti e trafiggenti dei miei morti. Lente e stanche le palpebre del sonno scendevano su di essi. I miei morti, finalmente, riposavano in pace».
Gorizia città alpina
Il raduno del 3º raggruppamento che si terrà a Gorizia, dal 17 al 19 giugno ha due temi principali attorno ai quali è stato predisposto l’intero programma della tre giorni, riportato nella guida allegata a questo numero de L’Alpino, con lo stesso filo conduttore legato alla memoria e al ricordo. Il primo tema è quello della commemorazione dei Caduti della Prima Guerra Mondiale: Gorizia è la città scelta dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia come fulcro degli eventi per l’anno 2016, ricorrendo nel mese di agosto il centenario dell’entrata delle truppe italiane.
Una geniale intuizione
Tra le carte e i documenti che riposano al Museo del Risorgimento di Milano alla voce Giuseppe Domenico Perrucchetti, l’argomento “alpini” non è trattato come ci aspetteremmo. Infatti per il Generale la formazione delle Compagnie alpine fu vista come una logica conseguenza dei suoi studi sulla geografia militare, sul controllo dei confini e sulla difesa nazionale. Sopra a queste carte Perrucchetti spenderà l’intera sua vita con energia, passione, ardimento, correggendole nel tempo, rivedendole, aggiungendo nuove osservazioni avanguardistiche e pubblicandole in diverse opere. Con un tratto frenetico (aveva una pessima grafia!) racconta la sua amarezza per non essere stato del tutto compreso. Molti dei suoi studi, infatti, vennero relegati a pubblicazioni accademiche, più teoriche che pratiche, suscitando riluttanza, invidie o indifferenza. Gli eventi però, smentiranno i suoi detrattori dandogli ragione. In quel raccoglitore polveroso c’è un mondo intrecciato di autentica passione, quello di un uomo temerario, molto polemico ma geniale che meriterebbe di essere studiato nella sua totalità. Il fatto d’essere ricordato come il “papà degli alpini” è solo un aspetto di un intelletto lungimirante e senza tempo.
Padre Mario Picech
Sono purtroppo non alpino col cappello, ma cuore alpino, classe 1956. Grazie per lo spessore morale di tutta la rivista, sempre interessante; grazie, in particolare per il bell’articolo e testimonianza su padre Mario Picech, segno che la stirpe dei santi e dei profeti non si è smarrita, ma è presente, silenziosa e viva, in mezzo a noi.
Andrea Carlo Lanza, Mondovì
Vivere la guerra
Qualche tempo fa sono stato onorato della visita del nostro Presidente della Sezione di Brescia al quale ho avuto il piacere di mostrare la mia tessera di iscrizione all’Ana dal 1944. Non è un merito speciale ma io considero il tesseramento una goccia di solidarietà alpina, e con la goccia si fanno i ruscelli ecc.