Riconoscenza e fiducia

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    La cattedrale di Santa Maria Assunta e San Gottardo è una delle più grandi chiese del Piemonte, sublime espressione dell’architettura gotica. Un bene partorito da un’arte millenaria che ha accolto migliaia di alpini per la consueta Messa del sabato.

     

    «Noi tutti proviamo verso di voi riconoscenza e fiducia, consapevoli che nelle avversità vi troveremo sempre pronti, come accadde nel 1994 subito dopo l’alluvione. Anche mio padre fu alpino…» la voce del vescovo di Asti monsignor Francesco Ravinale si interrompe.

    Un applauso gli concede il tempo per superare la commozione e ricominciare: «Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia, ci dice il Vangelo. Grazie papà per avermi trasmesso questa sete». Rievoca poi l’immagine della prima Lettura, della scena apocalittica descritta dal profeta Ezechiele: «Il lavoro, l’amicizia, la fratellanza, la famiglia, la solidarietà sono come esseri inerti, solo se sapremo infondere in queste realtà lo spirito, se sapremo animarle, esse diventeranno pietre portanti nella nostra vita». E ringrazia gli alpini anche per la loro tipica goliardia, per quell’allegria che ha sperimentato, ancora una volta, durante questa Adunata.

    Accanto a lui sull’altare hanno concelebrato molti sacerdoti tra i quali monsignor Angelo Bazzari presidente della Fondazione don Carlo Gnocchi e monsignor Bruno Fasani che nella preghiera ai fedeli ha ricordato tutti gli alpini “andati avanti”. Fuori dalle mura acqua battente e fulmini. Il Labaro con il Presidente Favero e il Consiglio Direttivo Nazionale sfilano incuranti della pioggia fino al Teatro Alfieri nell’omonima piazza, mentre la Cattedrale restituisce alla città, alpini e gente comune.

    m.c.