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venerdì, 13 Giugno 2025

PINEROLO – Süta ’l Susa duemila penne nere

Nel mese di aprile, gli alpini di Pinerolo hanno ospitato la seduta del Consiglio Direttivo Nazionale e, in concomitanza, il secondo raduno del battaglione alpini Susa. I componenti del Consiglio hanno trascorso la serata di venerdì al Gruppo di Cavour che li ha deliziati con il piatto tipico locale, la bagna cauda. 

Esempi di vita

Volevamo condividere con tutti questa nostra esperienza, semplice ma veramente molto bella. All’Adunata di Treviso abbiamo conosciuto la signora Ester, classe 1930, e vi garantisco che è stato un momento molto bello.

Cantare per gli ultimi

Grazie per aver risposto con la vostra proverbiale disponibilità a venire in carcere. Oggi, con la vostra presenza e con i vostri canti, durante questa liturgia eucaristica, avete creato un’atmosfera particolare, solenne e più ricca, facendoci partecipi in tal modo della gloriosa storia del Corpo degli Alpini. 

Un sentire condiviso

Ho letto l’editoriale di maggio sul Piave. È magnifico. Io non ho fatto il servizio militare e tanto meno l’alpino e se c’è una cosa per la quale provo invidia nei confronti dei miei amici alpini è proprio questa. 

Un ammassamento faticoso

Certamente l’Adunata ha visto ancora una volta una grande partecipazione, ma purtroppo devo segnalare che il disservizio inerente l’ammassamento persiste e non si vuole migliorare, nonostante le continue segnalazioni dai singoli partecipanti e dai Gruppi. Non si vuol capire che chi sfila ha raggiunto un’età considerevole - io stesso sono del 1939 - e si è afflitti da acciacchi più o meno gravi. 

All’Adunata per mio papà

Sono Federica e ho 11 anni. Sono la nipote dell’alpino Luciano e la figlia dell’alpino e “albatros” Cristian. Aspettavo l’Adunata di Treviso da molto tempo ed ero emozionata a parteciparvi come del resto anche tutta la mia famiglia. Ma il martedì prima dell’atteso evento mio papà ha subito un intervento e quindi non è potuto venire e ha incaricato la sottoscritta ad andarci.

“A” come abusivi

Vi scrivo per avere delucidazioni in merito a qualcosa che non capisco o che semplicemente non so: all’Adunata di Treviso sono rimasto basito nel vedere l’enorme quantità di ‘figuranti’, messi lì a fare numero. Non mi riferisco però alle persone in uniformi storiche, bensì a tutti quegli imboscati, che di caserma non hanno visto nemmeno la porta carraia, messi nello schieramento con la maglietta della Sezione e un cappello alpino in testa (tra l’altro posso fare nome e cognome perché sono tutti vicini di casa mia).

Il cuore delle nuove generazioni

Vittorio, questo è il mio nome. Ovviamente non l’ho scelto io, ma i miei genitori, che sempre mi hanno raccontato di avermelo dato perché era quello di un mio bisnonno a cui erano legati da grande affetto e stima. Non l’ho mai conosciuto di persona, ma ricordo che la prima volta che lo vidi fu in una foto sulla tomba di famiglia: un viso anziano, sereno e sorridente, sotto uno strano cappello con la penna che spronò la mia curiosità e le mie domande. Il papà mi rispose: “Era un alpino”.

La nostra casa

Ci sono luoghi che sentiamo nostri più di altri. Oltre a ragioni storiche o geografiche, c’è senza dubbio una componente legata a un istinto naturale che non si può mettere a tacere. Accade quando si arriva alla rampa di gradoni che salgono al rifugio Contrin con il fiato corto strozzato dall’ultimo ripido tornante. La sud della Marmolada precipita sul pratone costellato di massi erratici, tra il Gran Vernel e la cima Ombretta occidentale, è la sorpresa preparata dalla natura. Un orizzonte inclinato, protagonista di imprese alpinistiche, teatro nella Grande Guerra, allegoria della storia alpina. 

UDINE – Il fogolar alpin

Succede ormai da diversi anni che nel mese di dicembre si organizzi una cena dedicata alla conclusione dei corsi tenuti nel nostro Fogolar alpin. L’iniziativa, nata nel 2011 da un’idea del giovane alpino Sichiero e abbracciata dal nostro Gruppo Udine sud, ha lo scopo di aggregare i non più giovanissimi occupandoli in diverse attività. 

PORDENONE – Sessantamila volte grazie!

Durante l’Assemblea dei Delegati della Sezione di Pordenone, il Presidente nazionale Sebastiano Favero è intervenuto per ricevere simbolicamente l’assegno di 60mila euro, frutto di una parte della raccolta dei 72 Gruppi della Sezione di Pordenone.

MILANO – “Non si lascia nessuno indietro”

Lo spettacolo teatrale “Non si lascia nessuno indietro” racconta il passato, il presente e il futuro degli alpini. Accade a Vigevano, dove un regista di talento come Mimmo Sorrentino vuole raccontare gli alpini di oggi, incuriosito dalle motivazioni della nostra Associazione. Dal confronto con i soci capisce che senza raccontare la storia degli alpini non si può comprenderli.

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