Sono Federica e ho 11 anni. Sono la nipote dell’alpino Luciano e la figlia dell’alpino e “albatros” Cristian. Aspettavo l’Adunata di Treviso da molto tempo ed ero emozionata a parteciparvi come del resto anche tutta la mia famiglia. Ma il martedì prima dell’atteso evento mio papà ha subito un intervento e quindi non è potuto venire e ha incaricato la sottoscritta ad andarci.
Io ovviamente non potevo rifiutare l’incarico e allora ci andai, visto che le feste organizzate dagli alpini mi sono sempre piaciute. La mattina del grande evento io, mia mamma, mia nonna e il mio nonno prendemmo il treno. Subito scesi c’era l’altro mio nonno che ci attendeva a Treviso; ci ha fatto camminare un po’ e poi arrivammo al tendone allestito dal Gruppo di S. Vito di Altivole. Abbiamo mangiato là e alla fine del pranzo abbiamo cominciato a ballare e a cantare le canzoni della tradizione alpina. Il pomeriggio lo abbiamo trascorso a vedere i Gruppi che sfilavano lungo il percorso. Ci posizionammo vicino ad una ringhiera e aspettammo fino alle 21 per la sfilata degli alpini della nostra Sezione. La mattina dell’Adunata abbiamo comprato la medaglia da attaccare al cappello per fare un regalo al mio papà, ma lui l’ha consegnata a me visto che ero stata io ad essere presente all’Adunata. Io l’ho già messa nel mio portagioie, con la speranza di poterla attaccare un giorno al mio cappello d’alpina. È stata una bellissima Adunata essendo la prima che ho visto dal vivo. Alle 23 sono andata a letto completamente stanca ma felice di aver partecipato a un evento così emozionante.
Federica Fior, Tombolo (Padova)
Carissima Federica, la tua lettera è piena di innocenza e autenticità e proprio per questo ci fa tanto piacere. Di solito sono adulti i figli quando vanno a rappresentare i loro genitori, magari anziani o malati. In questo caso è esattamente l’opposto. Ma tu sei anche il simbolo di quella freschezza umana e morale che deve sempre caratterizzare lo stile degli alpini. Auguri al tuo papà.