18.7 C
Milano
venerdì, 17 Maggio 2024

VICENZA – La luce nel silenzio

Il paese di Lugo di Vicenza ha vissuto una giornata importante grazie alla presenza del Presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero, prima nella sede degli alpini di Lugo e poi alla presentazione del libro “Luce nel silenzio” del fotografo Gigi Abriani. 

CREMONA-MANTOVA – In Guinea una splendida realtà

Quando il mio amico padre gesuita mi chiama, se posso, corro a dare il mio piccolo contributo come volontario. Accade da 40 anni! Io alpino del Val Chiese, quest’anno come l’anno scorso sono in Guinea Conakry, in un piccolo villaggio della prefettura di Boffa, Sobanet, dove i padri gesuiti hanno preso in carico un orfanotrofio con una ventina di bambini, denominato “Maison des enfants”. 

Il finto alpino

Sinceramente non capisco tutta questa polemica sul fatto che gli amici degli alpini non possono indossare il cappello alpino.

L’inno d’Italia

Che bello ascoltare il nostro Inno, quando poi sale il Tricolore penso che tutti proviamo qualcosa che ci accomuna e ci unisce, sapere che per quelle parole hanno sofferto, lottato e combattuto tanti nostri compatrioti, parole forse obsolete ma questo è il nostro Inno.

Sentieri eroici

A conclusione di un intenso periodo di addestramento la brigata alpina Julia ha svolto una marcia in montagna sui “Sentieri eroici”, lungo le vie sulle quali cento anni fa sono passati gli alpini e le truppe austroungariche durante le fasi della Grande Guerra. Scenario le Alpi Carniche delle province di Udine e di Belluno, nel comprensorio delle sorgenti del Piave ai piedi del Monte Peralba a quota 1.830 e dei Monti Chiadenis e Lastroni, proprio lungo la linea del fronte, teatro di numerosi e sanguinosi scontri, atti d’eroismo e gesta d’alpinismo.

Resterà indimenticabile

Comincia il regno del granito, spoglio e irregolare. L’aria è più leggera e nei pressi del Lago d’Avio, la sagoma della chiesetta e del rifugio Garibaldi sono miniature al cospetto dello Spigolo dei Bergamaschi che taglia come una lama affilata la Nord dell’Adamello. Qui tutto è storia. 

Anche l’alpino piange

Sono un amico degli alpini, fratello di un alpino classe 1932 che purtroppo già da parecchi anni è “andato avanti” mentre era ancora Capogruppo degli alpini di Cismon del Grappa. Ma veniamo al motivo di questa mia che vorrei dedicare a mio fratello Pasquale. Non se ne abbia direttore, se mi permetto di suggerirle il titolo: anche l’alpino piange. No, non è il nostro meraviglioso giornale, come avrà subito pensato. Bensì l’alpino in carne e ossa, descritto da molti come il meglio del nostro esercito italiano. 

Il gen. Caruso al Comfose

Il generale Ivan Caruso lascia Bolzano per andare a Pisa dove ricoprirà l’incarico di comandante delle Forze speciali dell’Esercito Italiano, il Comfose, che ha il compito di selezionare, formare e addestrare il personale destinato al comparto delle operazioni speciali dell’Esercito e a garantire l’addestramento delle unità alle sue dipendenze, integrandone e uniformandone anche la dottrina. Dipende direttamente dal comando delle Forze operative terrestri, comando operativo dell’Esercito con sede a Roma.

La naja obbligatoria

Sono un alpino di 34 anni, con 6 anni di Esercito alle spalle, di cui più di 4 nelle penne nere. Seguo con inquietudine gli avvenimenti degli ultimi anni riguardo al dilagare sempre crescente del terrorismo di radice islamica, con la continua e inesorabile erosione dei sacri valori di Patria e identità culturale, sia italiana che europea. Per rimanere in tema, qualche numero fa ho letto con interesse la lettera di un alpino il quale asseriva che il reintrodurre la naja obbligatoria fosse una “stupidada”. 

La grandezza di uno “Scricciolo”

Da ormai diversi anni, per il coro Scricciolo di Cameri, il momento più emozionante è quello di animare la Messa in occasione del raduno del 20º corso Acs della Smalp di Aosta in cui ha militato anche il suo direttore, Armando Travaini. Ma ciò che fa venire i “brividi” al nostro gruppo vocale è quando la Messa è celebrata all’interno di un sacrario e l’omelia è tenuta da don Bruno Fasani al termine della quale, chi scrive, si è ritrovato a piangere, ma non è il solo. Per un attimo, in quell’ambiente, pare risuonare un eco: non sono i nostri canti o preghiere, bensì le voci di tutti quei ragazzi che ci hanno preceduto e, a uno a uno, ci stanno dicendo: “Presente!”.

Voci dall’Ortigara

L’Ortigara a distanza di cento anni è ancora capace di portarci le voci degli alpini che per sempre custodiranno questo luogo, un messaggio dentro una bottiglia lanciata nel mare del tempo. 10 giugno 1917. Nelle trincee di quota 2.012 della linea italiana, gli alpini osservano con trepidazione il bombardamento italiano che promette di distruggere i reticolati e i nidi di mitragliatrice che proteggono la linea austriaca. Tra loro vi è un muratore padovano, di Vigonza per la precisione. Il suo nome è Antonio Baratto, classe 1891, inquadrato nel battaglione Sette Comuni. Durante il gelido inverno, ha avuto la fortuna di essere scelto come attendente di un tenente di Biella, cugino del comandante della compagnia, un Capitano di Vercelli. Il giovane si fa subito voler bene dai suoi superiori. 

Unificatore di culture

Nella sua risposta pubblicata sul numero di maggio lei cita Carlo Magno come unificatore di popoli e nazioni europee, le rammento che prima dell’Ottocento i Longobardi avevano riunito l’Italia sotto un’unica corona fatta eccezione per lo Stato Pontificio. 

ULTIMI ARTICOLI

Nuovo sito editoriale

Le spese per la produzione del nostro giornale sono costantemente aumentate. Su 1,5 milioni di euro previsti in bilancio per la nostra rivista, i...