Scritti… con la divisa
Siamo ancora con l’alpino Luigino della compagnia Comando del battaglione Gemona, che, avendo l’incarico di “Informatore”, deve sapersi muovere in ogni ambiente, compreso quello invernale, per raccogliere informazioni utili al reparto. Ecco perché viene mandato a Sappada per il corso sci. Pochi giorni dopo scrive ai “Carissimi genitori, sorelle e zii”.
Non solo monumenti di pietra
Sono stato a Caporetto. Un’esperienza profondamente toccante che ha suscitato in me un forte desiderio di condivisione. Raggiungiamo Cividale del Friuli con un cielo grigio e piovoso. Proseguendo oltre il confine arriviamo a Kobarid, Caporetto nella Prima Guerra Mondiale.
I disservizi postali
Mi permetto di scriverle a seguito di quanto letto nell’articolo di Matteo Martin inerente la postalizzazione della rivista L’Alpino e relativi disservizi. Parto dal presupposto che da un po’ di tempo a questa parte segnalo tali disservizi anche raccogliendo alcune lamentale degli iscritti al Gruppo, peraltro ho letto anche questo mese L’Alpino on line. Lo stesso vale per la rivista sezionale Lo Scarpone Orobico.
Motore alpino…
Grande, grandissima stagione di Giandomenico Basso, il pilota di Cavaso del Tomba che, in un crescendo rossiniano, lo scorso mese di ottobre a Verona, si aggiudica il Campionato Italiano di Rally alla guida di una Ford Fiesta R5, alimentata a gas per la prima parte della stagione, per poi tornare alla più classica alimentazione a benzina. Giandomenico Basso, da pronunciare tutto d’un fiato quasi fosse uno scioglilingua, alla fine di una stagione massacrante ma dall’epilogo indimenticabile, è riuscito a sbaragliare la folta e agguerrita concorrenza bissando il successo del 2007 a suggellare così una carriera fin qui prestigiosa ma che, vista la determinazione e la professionalità del pilota, promette altri grandi traguardi ambiziosi.
COMO – Le nostre glorie
Nella Sezione di Como ci sono tre persone speciali a cui siamo molto legati. È un regalo, ogni volta che abbiamo il piacere di trascorrere del tempo con loro. Una tra loro è la signora Aurelia Valassi, nata a Pola nel 1920. La sua famiglia, perché italiana, fu costretta dai titini alla fine della guerra ad abbandonare tutto e, con un fortunoso viaggio in treno e poi in camion, a rifugiarsi presso alcuni parenti in provincia di Varese.
Milano non dimentica
Il mese d’agosto è, o dovrebbe essere, l’occasione per recuperare quel lembo di vita che, essa stessa, con i suoi doveri, necessità, costrizioni e quant’altro, ci costringe date le circostanze, a non gustare pienamente delle grandi e piccole cose di ogni giorno.
Prima i doveri
Il 10 febbraio si è celebrato il Giorno del Ricordo, commemorato con grande e commossa partecipazione anche a Basovizza, presso le foibe tristemente famose. Bella cerimonia, commovente, alla quale sono state presenti tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento.
Il Galilea 75 anni dopo
Ricorre quest’anno il 75º anniversario dell’affondamento del piroscafo Galilea che dalla Grecia riportava in Italia il battaglione Gemona, alcuni ospedali da campo della Divisione Julia e altri militari. Era la notte tra il 28 marzo 1942, verso le ore 22,45 quando un siluro inglese colpì la nave sul lato destro verso prua, che dopo un’agonia di circa sei ore s’inabissava nelle fredde acque dello Jonio.
CASALE MONFERRATO – Uomini d’oro
La cerimonia di conferimento del distintivo d’oro ha assunto, soprattutto negli ultimi anni, un’importanza sociale e una conseguente partecipazione di notevole spessore. Nella sala consiliare del comune di Casale Monferrato gremita di alpini, amici e familiari la Sezione di Casale Monferrato ha premiato due penne nere che in modi e in tempi diversi hanno onorato il loro cappello e l’Ana.
Ammassamento, che brutta parola
Sul numero di gennaio de L’Alpino ho letto con piacere l’articolo del Capogruppo di Gorgonzola intitolato “L’espressione andare avanti”, che io condivido con molto piacere. Recentemente anche il parroco del mio paese l’ha fatta sua nel funerale di un nostro associato e noi presenti ci siamo commossi. Però le voglio far notare che c’è una parola nel gergo alpino che non so come descrivere da quanto mi è antipatica.
Luci e ombre
Sono un artigliere da montagna e mi riferisco all’editoriale di febbraio. Concordo in buona misura con le considerazioni iniziali ed in particolare con l’esortazione rivolta verso le nuove generazioni “per educarle a frequentare la Storia”. Proprio per il rispetto della storia che, per onestà intellettuale, non si può studiare ignorando capitoli scomodi, mi permetto di ricordare che la nostra “millenaria civiltà cristiana” (che suona molto bene) è anche caratterizzata da vergognose ombre lunghe secoli e attribuibili alla religione cristiana.
Il selfie dei politici
I politici che non hanno fatto il servizio militare negli alpini non devono indossare il cappello alpino. Di qualunque colore politico siano, non devono cavalcare il momento della cerimonia a cui partecipano. Sta di fatto che alla commemorazione della Giornata del Ricordo alla Foiba di Basovizza sia la Meloni che Salvini sono stati ritratti con il cappello alpino in testa e pubblicato sul quotidiano locale.