Nella Sezione di Como ci sono tre persone speciali a cui siamo molto legati. È un regalo, ogni volta che abbiamo il piacere di trascorrere del tempo con loro. Una tra loro è la signora Aurelia Valassi, nata a Pola nel 1920. La sua famiglia, perché italiana, fu costretta dai titini alla fine della guerra ad abbandonare tutto e, con un fortunoso viaggio in treno e poi in camion, a rifugiarsi presso alcuni parenti in provincia di Varese.
Da lì, ottenuto un incarico di insegnante elementare, si trasferì a Schignano dove conobbe e sposò un alpino, Guido Balbi, che diventerà il primo Capogruppo del Gruppo di Villa Guardia. Poi c’è Ferruccio Vittani, classe 1920, reduce del fronte albanese e russo. Iniziò la ritirata partendo da Rossosch con una ventina di commilitoni su di un Lancia RO034 presto abbandonata per guasto e si accodò con infinite traversie alla lunga colonna che marciava verso Nikolajewka.
Rientrato in caserma a San Candido dopo l’8 settembre fu catturato dai tedeschi a Vicenza e spedito in un campo di prigionia a lavorare in una fabbrica metalmeccanica a Helmer, catalogato come matricola numero 61433. Rientrò in Italia alla fine della guerra. E infine Pietro Bianchi detto Rino, classe 1920. Nel 1940 fu inviato sul fronte francese. A novembre fu trasferito a Brindisi e da lì in Albania. Rientrò a Torino e fu spedito in Russia in una batteria comandata dal cap. Gallarotti.
Partecipò allo scontro di Nikolajewka rimanendo leggermente ferito. Rientrò a Brunico, fu catturato dai tedeschi e finì in un campo di lavoro a Custrì, matricola numero 31616. Successivamente venne impiegato in una fabbrica chimica da cui riuscì a fuggire e rientrò definitivamente in Patria nel 1945. La signora Aurelia e gli alpini Ferruccio e Rino sono le nostre glorie, alle quali ci lega un profondo affetto.