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venerdì, 17 Maggio 2024

SALUZZO – Gli alpini di Occa di Envie

Correva l’anno 1962 quando gli alpini di Occa decidevano di lasciare il Gruppo di Envie, per costituirsi in forma autonoma ed iscriversi alla neonata Sezione di Saluzzo. I soci fondatori furono i reduci Francesco Sobrero (Capogruppo), Giuseppe (Gepin) Bertone, Chiaffredo Mirto, Pietro Mirto e Giuseppe Ferrero, affiancati dai “giovani” Chiaffredo Civallero, Domenico Civallero ed Oreste Primolo. Oggi i reduci sono scomparsi, però i giovani fondatori di allora ci sono ancora e Chiaffredo Civallero, che è l’attuale Capogruppo, sorride al pensiero di ricoprire tale carica da ormai 50 anni! 

ALESSANDRIA – Premiata la storia

Un giorno di festa per la Sezione di Alessandria, un soffio di gioventù portato dagli allievi delle scuole. Presso la sede del Gruppo di Novi Ligure, il Presidente sezionale Bruno Pavese ha premiato le scuole vincitrici del concorso nazionale, “Il Milite... non più ignoto”, 2016/2017. Due le categorie, due i primi posti: nella categoria scuola primaria, vince quella di Tassarolo (Istituto comprensivo Cornelio De Simoni di Gavi) e in quella secondaria di primo grado, la vincitrice è la scuola “G. Boccardo”, di Novi Ligure (Istituto Comprensivo 2 Novi Ligure).

Una menzogna smentita dai fatti

15 settembre 2017. Con un gruppo di amici stiamo attraversando l’Albania per portarci verso il Nord. Ci accompagna Bashkim Hyka, che ci fa da guida, il quale conosce la storia del suo Paese come pochi altri. Siamo curiosi di ritrovare le tracce della presenza italiana da queste parti, soprattutto quella degli alpini, che qui hanno combattuto per conquistare questa terra, divenuta italiana per quattro anni, a partire dal ’39 e scenario di guerra e di sangue in quella Campagna di Grecia che ha visto decimata tanta parte della truppa mandata giù a combattere.

Ora come cent’anni fa

Ogni anno, ai primi di settembre la Sezione di Vicenza celebra il pellegrinaggio al Monte Pasubio. Ma non è scontato che «tutti i pellegrinaggi si assomiglino»: sono simili nello svolgimento, ma le emozioni sono sempre diverse. Quest’anno, per esempio, gli alpini e le altre persone salite il 3 settembre al sacrario del Colle di Bellavista sono stati accolti da uno spettacolo impressionante: il massiccio del Pasubio imbiancato da un lato e il sole che si specchiava nella laguna di Venezia, lontana ma perfettamente visibile, ad Est! 

Il valore del cappello

Ho letto l’articolo su L’Alpino di agosto-settembre e sono rattristato per l’articolo sul “Finto alpino”. Vorrei dire a questo nostro amico: ma ti rendi conto del valore che ha per noi il nostro amato cappello? Ma lo sai quanti giovani durante le guerre lo hanno inzuppato del loro sangue? 

Una preghiera per chi non è tornato

Non sono un alpino e non feci il militare, per un’anomalia che non sto a spiegare; sono del 1933 e godo buona salute. Però, da sempre, sono amico degli alpini, che ammiro per la loro disponibilità in ogni occasione. Soprattutto, sono affezionato agli alpini, perché - avevo 8 anni - conoscevo tutti i “grandi” (cioè i ventenni) del mio paese, Novello, che finirono in Russia con la Cuneense.

Cukla e Rombon

Il Monte Rombon (2.208 metri), sovrastante l’abitato di Plezzo, costituiva uno dei capisaldi della difesa austriaca dell’Alto Isonzo; più volte attaccato, non venne mai conquistato dai soldati italiani. La sottostante cima del Cukla (1766 metri) venne invece occupata una prima volta il 23 agosto 1915 da due plotoni delle compagnie 1ª e 4ª del btg. Ceva, inquadrate nel btg. Speciale Bes e successivamente ripresa dagli austriaci con un’azione di sorpresa in pieno inverno, il 12 febbraio 1916. Inutili furono i tentativi italiani di riconquista del 14 febbraio e del 20 marzo. Nel mese di maggio, all’attacco del giorno 4 dei soldati bosniaci, seguì il contrattacco del giorno 10 che portò gli alpini dei battaglioni Bassano, Saluzzo e Ceva a riprendere la cima e la colletta Cukla. Il Rombon, dopo i vani tentativi di agosto e settembre 1915, fu nuovamente attaccato il 16 settembre 1916 da sei diversi battaglioni alpini, ma l’azione si concluse con un sanguinoso insuccesso. La sera del 24 ottobre 1917, a seguito dell’offensiva austro-tedesca di Caporetto, le truppe italiane furono costrette ad abbandonare il Cukla e ripiegare verso Sella Prevala.

Alpini gente seria

Ho scritto al quotidiano L’Avvenire riguardo a un articolo “Inps, stretta anti-furbetti sulla malattia degli statali”. Ho riportato una frase di Egisto Corradi tratto dal suo libro “La ritirata di Russia”. «Il cappello alpino non è un cappello da furbi, non lo è nel senso che alla parola furbo si dà in Italia. Gli alpini sono tutto meno che furbi, a questa definizione ci sto. Sono gente seria. 

Dio, Patria e famiglia

Mi rivolgo a Lei riguardo le ennesime esternazioni dell’ex sindaco di Treviso, Gentilini, già noto per diverse dichiarazioni anche riprese dal nostro mensile nel corso degli anni. Intervistato a margine dell’Adunata di Treviso, infatti, l’ex sindaco leghista ha affermato che “Dio, Patria e famiglia” sono i valori tipici dell’alpino. 

Fondamentale la prevenzione

Oltre 800 volontari, suddivisi un po’ tra tutti e quattro i Raggruppamenti - anche se a farla da padrone sono il secondo ed il terzo - attrezzature d’avanguardia, preparazione completa e formazione continua delle squadre: questo è l’Antincendio Boschivo dell’Ana, guidato da Francesco Morzenti. 

La forza dei Gruppi

Si è tenuto ad Avezzano dal 4 al 6 agosto il raduno del 4º Raggruppamento dell’Ana promosso dalla Sezione Abruzzi. «Considerando la grande importanza di questo evento, il nostro gruppo alpini di Avezzano, con orgoglio si è fatto carico dell’intera organizzazione, pur essendo a conoscenza del forte dispendio economico e di non poche energie, necessarie per la buona riuscita della manifestazione».

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