L’orgoglio di un nonno alpino

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    Sono tornato sull’Ortigara con lo scopo di ricordare in particolare i conterranei caduti allora nei battaglioni liguri Val d’Arroscia e Monte Saccarello. Era con noi il mio quasi decenne nipote Giacomo, che ha portato fiero la custodia con il vessillo, il quale già mostra interesse per i miei studi sulla Grande Guerra.

     

    Sapendolo buon camminatore, l’avevo invitato con me per cinque giorni di escursioni sugli Altipiani e, carissimo direttore, ti confido che l’esperienza si è rivelata entusiasmante. Jack non solo si è mostrato attento e curioso, ponendo quesiti sulle vestigia che incontravamo, ma ha anche compreso la sacralità dei luoghi visitati.

    Volevo solo centellinare le notizie, per non “bruciarmelo” alla prima uscita, ma il suo comportamento è andato oltre ogni aspettativa! È diventato anche un mini recuperante, raccattando schegge, pallottole e caricatori che, mi ha poi confidato, “Metterò nella mia scatola dei ricordi di questi giorni”. Nel viaggio di rientro, a sorpresa mi ha detto: “Nonno, la prossima volta che veniamo da queste parti …”!

    Una consolazione per un alpino che ha saltato l’Adunata di Treviso perché quel giorno Jack ha ricevuto la sua Prima Comunione! Giancarlo Militello Sezione di Genova A prova, se mai ci fosse qualche dubbio, che la trasmissione dei nostri valori passa attraverso la passione e la competenza in ciò che facciamo. I giovani, come i cani da lepre, ci fiutano per ciò che siamo e non per ciò che diciamo.