Un dono alla città dalla P.C. ANA: lavori e servizi
La sensibilità per il patrimonio culturale, la natura e l’ambiente è uno dei tanti valori che contraddistingue gli alpini. Come segno tangibile di riconoscimento alla comunità che ospita l’evento, gli alpini della Protezione Civile dell’ANA nei giorni che hanno preceduto l’Adunata, hanno realizzato alcuni interventi di ripristino e sistemazione di opere ed infrastrutture pubbliche a beneficio della Città di Bolzano e della comunità cittadina. Con il coordinamento del Servizio Tecnico Ambientale e di Progettazione del Verde del Comune di Bolzano, sono stati individuati quattro importanti interventi ambientali dedicati al capoluogo e realizzati in maniera curata e professionale. Lunedì 7 maggio gli alpini della Protezione Civile, si sono messi all’opera per dare il meglio di sé per l’esecuzione delle opere individuate congiuntamente con l’amministrazione comunale.
Alpini, per favore ritornate
Bolzano è un bijou, nemmeno una carta a terra o un fiore calpestato. L’avevano detto, ma non ci si credeva. Sembrava impossibile uscire indenni dall’assalto dei trecentomila. Pareva impossibile alla città dove regna un ordine asburgico, in cui si passa il tempo a pettinare i fili d’erba delle aiuole. E invece ci sono riusciti. «Alpini, per favore ritornate ». Stava scritto così su uno striscione appeso lunedì mattina fuori da un terrazzo, lungo le vie della sfilata. Il giorno dopo l’Adunata, inutile negarlo, i bolzanini si sono risvegliati tutti un poco depressi, intristiti, col magone: mai avrebbero pensato di vivere una simile magnifica baraonda; ora è finita e non vedono l’ora che ricapiti.
“Una festa che ha cambiato la città”
Sono rimasti solo tre giorni ma sono riusciti a compiere un piccolo miracolo: coinvolgere nella loro festa una città in genere freddina come Bolzano. L’Adunata degli alpini ha portato una ventata di allegria che ha contagiato tutti, di entrambi i gruppi linguistici. Anche i più scettici che alla vigilia dell’Adunata avevano pensato di “scappare” da quello che immaginavano come un weekend di caos e possibili tensioni etniche, alla fine si sono dovuti ricredere.
Graziano: una forza Armata agile, flessibile e interforze
Intervista al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, dalle missioni internazionali, al ruolo dei reparti alpini.
TRENTO – Commemorati i legionari cecoslovacchi
Le Legioni Cecoslovacche, chiamate Legione Ceche, erano unità militari volontarie, composte da cechi e slovacchi che combatterono a fianco delle potenze dell’Intesa (Francia, Regno Unito e Russia) durante la prima guerra mondiale. Piccole unità armate furono organizzate dal 1914 da volontari cechi e slovacchi con lo scopo di ottenere l’aiuto per la creazione di uno Stato indipendente cecoslovacco. La Legione cecoslovacca italiana era costituita da disertori dell’esercito austro-ungarico e da prigionieri di guerra che si aggregarono all'esercito italiano. Dal 21 aprile 1918 i soldati della Legione furono riconosciuti quale Corpo militare dello Stato cecoslovacco e inquadrati nell’esercito in Divisioni comandate da un generale italiano.
Vivere l’Adunata in Provincia
MERANO - Per l’occasione, tutti alla rinata “Rossi”
“Alpini a Merano” è il titolo dell’opuscolo col quale la città del Passirio ha accolto da vecchi amici i partecipanti all’Adunata altoatesina. Merano ha un ruolo centrale nella storia delle penne nere. Vi nacquero la Divisione Tridentina (1935) e la brigata Orobica (1953). Vi sono confluiti nella tre giorni dell’Adunata, alpini che avevano trovato alloggio in val Venosta, nella bassa atesina e in val di Non, in Trentino. Grande l’impegno profuso dai Gruppi della zona (quello di Merano in particolare, ma anche Sinigo, Marlengo e Lana). Le manifestazioni sono cominciate il 28 aprile con l’apertura della mostra e la presentazione del libro “Alpini. Un racconto contemporaneo” (una riuscita collaborazione tra Provincia e Comune).
In visita al S.O.N. alla caserma Huber
Sabato di buon mattino il nostro presidente nazionale Corrado Perona, accompagnato dal sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli e dal generale Fausto Macor, vice comandante delle Truppe alpine e comandante della Divisione Tridentina (nella foto in basso) ha fatto visita agli alpini del SON, il Servizio d’Ordine Nazionale: sono gli alpini che svolgono il servizio d’ordine nei giorni dell’Adunata e tanti compiti per il buon svolgimento della grande manifestazione alpina.
Speaker: i magnifici 4 (+1)
Ecco le …voci dell’Adunata, e delle manifestazioni di contorno. Hanno raccontato quel lungo romanzo che è la storia degli alpini e dell’Associazione, con le sue Sezioni, i Gruppi, le fanfare, la sfilata, momento per momento.
Mai vissuta una tale atmosfera di festa e amicizia
“Sul cappello, sul cappello che noi portiamo c’è una lunga, c’è una lunga penna nera…”. Quella penna nera “che a noi serve da bandiera” purtroppo io non l’ho mai portata. Sono nato e cresciuto in una cittadina di confine, a Vipiteno, dove gli alpini erano di casa, erano amici di tutti. Grande appassionato di sci e di montagna, sognavo sin dai tempi del liceo di poter frequentare la mitica scuola militare alpina di Aosta o comunque di poter essere arruolato in qualche battaglione alpino ma per la morte prematura di mio papà (proprio il giorno della visita di leva, un giorno di grande dolore e non di gioia come per i coscritti del ’37) venni esonerato dal servizio militare.
BASSANO DEL GRAPPA – Assemblea nel ricordo di Busnardo
Domenica 18 marzo si è svolta l’annuale assemblea sezionale che quest’anno prevedeva il rinnovo delle cariche associative. Erano presenti i delegati dei 66 Gruppi della “Monte Grappa” e, a presiedere l’assemblea, è stato nominato il 1° maresciallo e socio Leonardo Ronzani del 7° reggimento Alpini. Per la sede nazionale era presente il direttore de L’Alpino Vittorio Brunello.
È stato bello. Davvero
“È stato bello”, così ha commentato la stampa, compresa quella di lingua tedesca: “Wir feiern gemeinsame Werte” (“Festeggiamo valori comuni”). “Alpini, tornate”. Nulla sarà più come prima a Bolzano, che lunedì mattina si è svegliata diversa. Eppure le strade erano pulite, come sempre. Come sempre il traffico scorreva, gli autobus erano puntuali alle fermate. Dell’invasione degli alpini restava solo tanta nostalgia perché la città sembrava vuota. Solo sui prati che costeggiano l’Isarco, il torrente che taglia in due la città, c’era qualche tenda smontata fra masserizie pronte per essere caricate sulle auto. L’erba non mostrava alcun passaggio, non una carta per terra. Traffico di biciclette lungo le piste ciclabili, qualche bolzanino passeggiava sui sentieri, con bambini, carrozzine: come sempre.
I lavori sul lungo Talvera
Sul numero de L’Alpino di aprile i racconti su fatti approssimativi come quello dei lavori bellissimi effettuati da 2° Reggimento Genio di stanza a Bolzano sul Lungo Talvera, possono urtare la sensibilità di quanti vi hanno partecipato in prima persona e non appartengono all’Arma che ne vanta, impropriamente, la paternità.