Tappa 6: orizzonte nordovest per la Staffetta Alpina

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Torino città subalpina e città di Alpini è il teatro dell’inizio della sesta tappa della Staffetta, dopo aver accolto l’arrivo il giorno precedente. Al via cinque corridori, due alpini del Reparto Comando della brigata Taurinense – il Luogotenente Matteo Ferrara e il Caporal Maggiore Capo Scelto Luigi Cipolla – e tre alpini della Sezione di Torino dell’Associazione Nazionale Alpini: Enrico Ripamonti, Michele Bigoni e Franco Parzanese.

L’appuntamento della partenza è ai piedi del bel monumento bronzeo al 3° reggimento alpini, realizzato da Emilio Musso nel 1962 e posto in uno dei tanti luoghi verdi del capoluogo piemontese: il Giardino Roccioso del Parco del Valentino. A salutare i corridori passa casualmente la signora Maria Teresa, che non senza emozionarsi racconta al generale Piasente – il comandante della Taurinense, presente alla partenza – le vicissitudini patite dallo zio reduce di Russia nel 1943.

Una volta partiti, gli alpini passano davanti a un altro gioiello dell’architettura sabauda patrimonio dell’UNESCO: il castello del Valentino, edificato nel XVII secolo lungo il Po e oggi sede della facoltà di architettura del Politecnico torinese. Si passa poi di corsa sotto l’arco trionfale realizzato in omaggio all’Arma di Artiglieria, posto all’ingresso del Parco del Valentino nel 1930, prima di attraversare il massimo fiume d’Italia sul ponte Umberto I e salire al Museo Nazionale della Montagna intitolato al Duca degli Abruzzi, sul Monte dei Cappuccini. La vista su Torino e sulla corona delle Alpi è notevole, merito anche del cielo sgombro. Il Museo ha più o meno l’età del Corpo degli Alpini, essendo stato inaugurato nel 1874 dal Club Alpino Italiano, tra i cui fondatori figurano il biellese Quintino Sella, statista di fama, e il piemontese generale Cesare Ricotti-Magnani, che nel 1872 – in qualità di Ministro della Guerra – fu convinto fautore della creazione dei nostri soldati di montagna. Un luogo speciale della città e della storia delle Alpi e dell’Alpinismo, che ha aperto le porte alla Staffetta mettendo tra l’altro in mostra la collezione di storiche carte topografiche e plastici dettagliati che ricalcano tutti i rilievi alpini, realizzando così un significativo momento per chi ama e vive la montagna. La discesa della fiaccola verso la città attraversa piazza Vittorio – una delle più grandi d’Italia – e via Po, strada centrale che dal fiume termina in piazza Castello, dove si staglia il colossale monumento alla III Armata (“l’Invitta”) e al Duca Emanuele Filiberto di Savoia, che la comandò con perizia durante la Grande Guerra. Tra le statue del complesso realizzato tra il 1933 e il ’37 figura anche quella massiccia dell’Alpino, poco distante dalla lapide commemorativa degli 86.000 caduti e dispersi nella Campagna di Russia posta all’esterno della Chiesa di San Lorenzo, dove ogni anno il 26 gennaio, anniversario della battaglia di Nikolajewka, si tiene una messa di suffragio a cura della Veja, la Sezione di Torino dell’Associazione Nazionale Alpini, che il prossimo luglio celebrerà il suo centenario (in realtà sarà un 100+2 per colpa del Covid che ha fatto slittare tutto di un biennio, durante il quale le penne nere si sono date molto da fare per contrastare la pandemia).

La fiaccola passa poi davanti al Municipio della Città, decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare per il sacrificio nella Resistenza, e prosegue la sua corsa la statua eretta presso il Mastio della Cittadella in onore del minatore Pietro Micca, immolatosi nella difesa di Torino nel 1706, nativo di Sagliano, località nel biellese che sarà attraversata dalla tappa di domani.

Lasciata Torino, la staffetta punta verso nord, con meta il Canavese, e in particolare l’antico Castello di Pavone, realizzato tra il IX e l’XI secolo. I nuovi corridori sono il sergente maggiore Giuseppe Tringali e il graduato Francesco Costigliola del Reparto Comando della Taurinense e gli alpini Antonio Zoppo, Fabio Aimo Bot, Ugo Clemente e Aldo Gamba della Sezione di Ivrea.
Il primo passaggio avviene alla presenza del Sindaco e del Gruppo Alpini di Pavone presso il monumento ai Caduti, per poi allungarsi verso Ivrea. La cittadina ha un legame storico stretto con gli Alpini, in quanto fu sede del battaglione Ivrea (motto Tucc Un), nato nel 1887 e distinguendosi sui fronti della Grande Guerra e della Seconda Guerra Mondiale, e resistendo strenuamente ai nazisti dopo l’8 settembre 1943, conquistandosi perciò la medaglia d’argento al valor militare. I corridori – dopo il passaggio sul caratteristico ponte sulla Dora Baltea, dinanzi alla Cascata Camillo Olivetti – sfilano davanti al Municipio eporediese e giunge all’arrivo fissato nella storica Piazza Ottinetti, accolta dalla Marcia dei Coscritti Piemontesi eseguita dalla fanfara della Sezione ANA di Ivrea. Qui, alla presenza del sindaco Stefano Sertoli, la brigata alpina Taurinense ha ceduto il testimone al Centro Addestramento Alpino di Aosta, con la consegna della fiaccola da parte del generale Nicola Piasente al parigrado Marcello Orsi, a capo di quella conosciuta da molti come Scuola Militare Alpina.

I corridori di Aosta con in testa il tenente colonnello Valerio Stella, comandante dell’omonimo battaglione e figlio d’arte (suo padre Roberto da capitano vinse il prestigioso trofeo Mezzalama e partecipò alla spedizione militare dell’allora Scuola Militare Alpina che conquistò l’Everest nel 1973) hanno così intrapreso il tratto verso la loro città, fondata dai Romani con il nome di Augusta Praetoria. Il drappello di 32 corridori – di cui hanno fatto parte anche elementi della Sezione valdostana dell’ANA – è passato prima per l’area di addestramento di Pollein, per poi tributare l’omaggio al monumento al soldato valdostano nella centralissima piazza Chanoux, per infine terminare la prima parte del segmento nella Vallée presso la caserma Cesare Battisti, sede del reggimento addestrativo che forma tutte le nuove leve degli Alpini in armi. All’interno della Battisti la Staffetta è stata accolta dal coro Montecervino dell’ANA e dall’ensemble della Scuola di formazione e orientamento musicale di Aosta, che hanno intonato l’inno di Mameli, cantato insieme dai corridori, la maggior parte dei quali allievi del modulo integrato delle Truppe Alpine dell’Esercito che hanno corso assieme ai Veci dell’ANA. Domani la Valle d’Aosta sarà lo sfondo della prima parte della settima tappa diretta a Biella, con partenza dal capoluogo e arrivo a Bard, passando per S. Christophe, Perloz e Donnas.