Soave (Verona) ha ospitato la cerimonia di commemorazione del 79° anniversario della battaglia di Nikolajewka, una delle pagine più dolorose – ma anche più eroiche della storia – di tanti giovani che, in condizioni estreme, il 26 gennaio 1943, dopo il crollo del fronte italiano sul fiume Don, riuscirono coraggiosamente a rompere l’accerchiamento dell’esercito sovietico e a ritirarsi, uscendo dalla morsa dell’Armata Rossa.
Davanti al Monumento Nazionale dedicato ai Caduti di tutte le patrie nella Campagna di Russia, l’assessore all’istruzione, alla formazione, al lavoro e pari opportunità della Regione Veneto Elena Donazzan, il generale di Corpo d’Armata Massimo Scala, comandante delle Forze Operative Terrestri di Supporto, il Capo di Gabinetto del Prefetto, Daniela Chemi, il sindaco di Soave Gaetano Tebaldi, il presidente della Provincia Manuel Scalzotto, il presidente di ASSOARMA, ten. Roberto Pellegrini, insieme a numerose autorità civili e militari ed alle associazioni combattentistiche e d’Arma e alla Sezione ANA di Verona hanno ricordato, commossi, gli oltre 40mila Caduti che, nel gennaio di 79 anni fa, combatterono valorosamente nei pressi dell’allora città russa di Nikolajewka, oggi Livenka, ai confini con l’Ucraina.
La commemorazione ha avuto inizio con la cerimonia dell’alzabandiera dove, assieme al Canto degli Italiani, sono stati suonati gli inni nazionali di Germania, Romania, Russia e Ungheria, le nazioni coinvolte in quella cruenta battaglia. Successivamente è stata accesa la lampada votiva ai piedi del monumento che riproduce il sottopasso ferroviario di Nikolajewka, teatro dell’eccidio e punto d’inizio della storica ritirata.
Il generale Scala, nel suo intervento, ha ripercorso gli episodi storici della Campagna di Russia, a partire dal settembre 1942 con la battaglia di Stalingrado, passando per la ritirata dell’Armir nel terribile inverno russo fino alla drammatica battaglia di Nikolajewka.