Alfonsino Ercole, Direttore generale dell’Associazione Nazionale Alpini, è morto ieri all’Ospedale di Trento. Nato nel 1943, Ercole era stato colto da malore pochi giorni fa nella sua casa di Caldiero veronese. Il presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero, ha diffuso una nota in cui esprime tutto il cordoglio, suo e della Associazione per la repentina e dolorosa perdita.
Alfonsino Ercole è andato avanti. Un malore lo ha colto nella sua casa veronese, a Caldiero: ricoverato in ospedale a Trento non è riuscito a superare la crisi. È davvero difficile per me riuscire ad esprimere tutti i sentimenti che si affollano attorno al dolore per questa perdita. Una perdita, sicuramente, per la grande famiglia alpina, a cui lui tanto ha dato, sino agli ultimi giorni, tanto che domenica scorsa aveva partecipato alla “Giornata della memoria e della riconoscenza” a Palazzolo sull’Oglio. Ma una perdita anche per chi, come me, lo ha avuto a lungo come compagno di viaggio tra le penne nere, presenza sempre discreta, ma preziosa in tutti i ruoli per la saggezza dei consigli e l’accortezza nelle scelte comportamentali.
È stato per me un vice presidente vicario importante, sia per la sua capacità di appianare gli aspetti spigolosi di qualunque rapporto, sia per l’atteggiamento sempre rassicurante. Ora aveva assunto anche il delicato compito di Direttore generale dell’Ana, ruolo in cui era entrato con il consueto spirito di servizio, sempre proteso al bene dell’intera Associazione.
Classe 1943, Alfonsino era nato a Badia Calavena, nel Veronese: laureato in giurisprudenza, dirigente aziendale, aveva frequentato il 49° Corso allievi ufficiali alla Scuola Militare Alpina di Aosta, per poi servire come sottotenente nel Battaglione Feltre del 7° Reggimento Alpini. Nell’Ana ha sempre recitato ruoli di primo piano, tra cui quello di presidente della Sezione di Verona, tra il 1999 e il 2007, quello di consigliere nazionale, dal 2003, sino a rivestire la carica di Vice presidente nazionale vicario. Da quest’anno era diventato come detto Direttore generale dell’Ana, ma ha dovuto posare a terra questo zaino troppo presto.
Un grande alpino, un grande uomo: a lui, in primo luogo come amico, va tutta la mia personale riconoscenza; alla sua famiglia l’abbraccio affettuoso dell’intera famiglia alpina.
Sebastiano Favero