La piastrina del reduce torna a baita

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La piastrina di riconoscimento dell’alpino Giovanni Salvagno, classe 1921, è stata riconsegnata alla figlia Natalina con una cerimonia cui hanno partecipato alcuni rappresentanti del Gruppo ANA di Settimo Torinese e una rappresentanza di militari del 5° Alpini, attualmente impiegati nell’operazione “Strade sicure” a Milano.

La piastrina, assieme ad altri cimeli, è stata rinvenuta in modo fortuito all’interno del complesso caserme Menini-De Caroli di Vipiteno, sede del 5° Alpini, durante i lavori di ristrutturazione nell’ambito del protocollo d’intesa siglato tra il Ministero della Difesa e la Provincia Autonoma di Bolzano: grazie a questi accordi, alcune aree di proprietà del demanio militare vengono cedute alla Provincia di Bolzano, in cambio di ristrutturazioni e modernizzazioni delle strutture militari già esistenti in Alto Adige, o la costruzione di nuove strutture a beneficio dei reparti militari insistenti sul territorio provinciale.

In questo contesto sono venuti alla luce diversi cimeli e manufatti della Seconda guerra mondiale: la caserma di Vipiteno infatti, per la sua vicinanza al valico del Brennero, ha ospitato molti dei partenti per la Campagna di Russia nell’estate del ’42, oltre che rappresentare la conclusione della spedizione per i reduci che, una volta rientrati in patria dal passo Brennero, venivano poi smistati alle varie caserme di appartenenza. Testimonianze di questo transito in Alto Adige si trovano in numerosi libri dedicati alla Campagna di Russia.

Il c.le magg. sc. Francesco Vitti del 5° Alpini, appassionato di storia militare e di ricerca cimeli, ha effettuato delle ricerche accurate con il proprio metal detector in diverse aree della caserma, rinvenendo due piastrine di riconoscimento, appartenute a due alpini reduci della Campagna di Russia: Giovanni Salvagno, classe 1921, originario della provincia di Cuneo e Raffaele Guideini (o Guittini…il cognome non è ben leggibile a causa del cattivo stato di conservazione della piastrina), classe 1916, originario della provincia di Novara.

Grazie ad una approfondita ricerca e all’aiuto dell’Associazione Nazionale Alpini è stato possibile contattare la figlia dell’alpino Salvagno, purtroppo “andato avanti” qualche anno fa: dopo oltre 70 anni, la piastrina di riconoscimento torna nelle mani dei cari dell’alpino Salvagno, portando con sé un prezioso carico di storia e memorie: una storia in cui eroismo e forza di volontà si fondono con il dolore per chi non è tornato, una storia che racconta una delle pagine più intense della vita del Corpo degli alpini.

La caserma de Caroli negli anni ’40.
Il CMS Vitti durante la bonifica.