Caro direttore, sono l’alpino che aveva sottoposto alla sua attenzione la questione degli alpini fucilati a Cercivento (ingiustamente) perorandone la causa per la loro riabilitazione. Ora sono qui per sottoporre alla sua attenzione un altro problema.
Ho letto e riletto le pagine riguardanti Cesare Battisti definito sulla prima pagina del mensile L’Alpino “Cent’anni da eroe”. Concordo pienamente su tutto quello che è stato detto sulla sua persona (grande uomo politico e militare: alpino fra gli alpini sempre in prima linea) che ha lottato ed è morto per l’Italia di cui si sentiva figlio anche se in quel tempo, giuridicamente, era austriaco essendo nato nel Trentino asburgico. Nel Gruppo di cui faccio parte, c’è però un alpino che non è d’accordo ritenendo Cesare Battisti un austriaco a tutti gli effetti e perciò ucciso in quanto traditore. Sono venuto via con grande disappunto. Quest’alpino o non ha letto attentamente o non ha capito le qualità che hanno contraddistinto la figura e l’opera del Battisti irredentista. Per favore può dire il suo pensiero in merito?
Gustavo Matricciani, Bussi sul Tirino (Pescara)
Cesare Battisti, visto dal punto di vista austriaco, è certamente un traditore. Visto dal punto di vista italiano, un profeta e un eroe. Scelga il suo amico alpino se vuol mettersi gli occhiali tedeschi o quelli tricolore. A prescindere da questo, Cesare Battisti ebbe la lungimiranza di comprendere che la sua terra gravitava culturalmente e geograficamente sull’Italia, benché politicamente fosse governata da Oltralpe. E comunque, a prescindere dalle scelte politiche, Battisti fu uomo integerrimo, per cultura, passione civica, amore e rispetto delle persone. Un alpino e un uomo maiuscolo. E davanti agli uomini maiuscoli bisognerebbe mettersi sull’attenti, a prescindere dalla lingua che parlano e dal partito in cui militano.