Attentato in Afghanistan: ucciso un alpino, quattro i feriti

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Un ordigno rudimentale (IED) è esploso al passaggio di un blindato Lince a 25 chilometri a Nord di Shindand uccidendo il tenente degli alpini Massimo Ranzani, 37 anni, e ferendo altri quattro commilitoni, tutti del 5º reggimento Alpini. Il mezzo blindato era il terzo di una colonna che rientrava da un villaggio dove era stata prestata assistenza medica alla popolazione.

Il 5º Alpini come gli altri reparti della brigata Julia sono quasi al termine della missione in Afghanistan. Il tenente Ranzani è la trentasettesima vittima italiana in Afghanistan, abitava a Santa Maria Maddalena, nel comune di Occhiobello in provincia di Rovigo, dove aveva la residenza con i genitori: il papà Mario e la mamma Ione.

I funerali di Stato si sono svolti il 3 marzo nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, presente il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e le più alte cariche dello Stato; la cerimonia a Occhiobello è stata celebrata il 4 marzo nella chiesa parrocchiale di S. Maria Maddalena.

I quattro alpini feriti non versano in pericolo di vita. Il caporalmaggiore Paolo Bruno, ha riportato la frattura delle ultime vertebre cervicali e delle prime vertebre toraciche e si trova in cura nell’ospedale americano di Ramstein (Germania), mentre il caporalmaggiore scelto Giovanni Califano, il caporale Mario Manfrin e il caporalmaggiore Salvatore Saputo hanno subito fratture e vari traumi e saranno rimpatriati nei prossimi giorni.


L’ultimo saluto dei commilitoni in Afghanistan a Massimo Ranzani.


Il ten. Ranzani durante l’attività di soccorso alla popolazione afgana.