
C’è un chè di alpino nell’oro per l’Italia alle Olimpiadi di Vancouver. L’azzurro Giuliano Razzo Razzoli, vincitore nella gara di slalom davanti al croato Kostelic e allo svedese Myhrer, è caporal maggiore alpino e fa parte dal 2003 della squadra del Centro Sportivo Esercito.
Razzoli, 26enne di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), ha iniziato a sciare a 4 anni con il padre Antonio, maestro di sci a Febbio di Villa Minozzo. A 12 si intravede la stoffa del campione: ai Campionati regionali vince numerosi giganti e slalom.
La vita sportiva di un atleta è spesso costellata di rinunce e acciacchi fisici: crescendo i problemi con la misura degli scarponi, diventati troppo stretti (porta il nº 47 di scarpe) tanto da essere modificati artigianalmente, poi, nel 2000, i problemi alla schiena con gli specialisti che consigliano ripetutamente l’abbandono dell’attività agonistica. Ma lo sci è la sua vita e decide di continuare grazie anche alla riabilitazione e ad allenamenti mirati.
Esordisce in Coppa del mondo a 22 anni, nel 2006, ottenendo il 36º posto. Nelle successive gare inizia a migliorare i piazzamenti e solo una caduta non gli permette di classificarsi 9º nella gara di Garmisch Partenkirchen.
Il 2010 inizia in modo magico: sale sul gradino più alto della gara di Coppa del mondo a Zagabria e conquista altri tre podi. Poi l’impresa di Vancouver 59 anni dopo quella di Zeno Colò (anche lui alpino) e 22 anni dopo quella di Alberto Tomba con cui ha scritto una delle più belle pagine dello sport azzurro.

Giuliano Razzoli in pista a Vancouver.