Colpo di spugna sull'obiezione di coscienza

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E’ con semplice sconcerto che siamo venuti a conoscenza del fatto che è in corso di discussione in Parlamento un provvedimento che mira a consentire a quanti hanno rifiutato di svolgere il servizio militare, di revocare la dichiarazione di obiezione di coscienza. Una sorta di “colpo di spugna” o, se preferite di “condono” per tutti quei obbiettori di “comodo” che hanno mentito per evitare la naja e che oggi mal sopportano le limitazioni che sono loro imposte (sostanzialmente il divieto di ottenere il porto d’armi).
Di ciò si sta discutendo senza alcuna pubblicità, nel segreto delle stanze parlamentari. Nessun dibattito pubblico, articolo o commento sulla singolare (sic!) iniziativa sono apparsi sugli organi di stampa, ad eccezione di questa lettera dell’On. Carlo Giovanardi, sempre presente alle nostre Adunate Nazionali, il cui testo, dai toni particolarmente pacati, riportiamo integralmente.
Inutile aggiungere che anche l’Associazione Nazionale Alpini è in totale e incondizionato dissenso rispetto a questo provvedimento che ha il sapore della vera e propria beffa.

Da “Il Giornale” – 20/4/2007 – pag. 12
Quegli obiettori di coscienza pronti a usare le armi

Milioni di giovani in questo Paese hanno prestato Servizio militare obbligatorio ed ottocentomila non hanno accettato l’arruolamento nelle forze armate e nei corpi armati dello Stato richiamandosi alla libertà di pensiero, coscienza e religione che imponeva loro di opporsi all’uso delle armi.
Questi obiettori di coscienza, prima della sospensione della leva obbligatoria dal 1° gennaio 2005, hanno prestato servizio civile sostitutivo, ed in base alla L. 230 del 1998 non possono successivamente detenere e usare armi nonché assumere ruoli imprenditoriali o direttivi nella fabbricazione e commercializzazione di armi e non possono partecipare ai concorsi per l’arruolamento nelle forze armate e negli altri corpi armati dello Stato o per qualsiasi altro impiego che comporti l’uso delle armi.
Nel mio ruolo di ministro con delega al Servizio Civile Nazionale nella scorsa legislatura ho imparato ad apprezzare la serietà sia degli obiettori di coscienza sia quella dei giovani che hanno servito la Patria in armi, ma a queste due categorie di giovani un disegno di legge approdato lunedì nell’aula di Montecitorio si appresta ad aggiungerne una terza: quella dei furbi, che si sono dichiarati a suo tempo obiettori di coscienza solo per evitare di prestare servizio militare.
Questa proposta infatti, nata dalla pressione di alcune associazioni di ex obiettori, prevede che possa essere revocata la dichiarazione di obiezione di coscienza permettendo agli ex obiettori di andare a caccia, di fabbricare e commercializzare armi, di partecipare ai concorsi per diventate carabiniere, poliziotto ecc.
Sono in totale e incondizionato dissenso con questo provvedimento.
Non è serio anzi è offensivo per tutti che la storia dell’obiezione di coscienza e del servizio militare obbligatorio finisca in una specie di pulcinellata generale, gettando ombre sulla genuinità e sincerità di chi in coscienza non voleva e poteva maneggiare armi, e dando credito alle malignità di chi sosteneva che si trattava soltanto di scelte di comodo magari solo per poter continuare a coltivare vicino a casa i propri interessi di lavoro o di studio.
Molti colleghi parlamentari mi eccepiscono che nella vita si può anche cambiare idea.
Ma nel caso specifico l’obiettivo di evitare il servizio miliare con la dichiarazione di obiezione è già stato raggiunto e chi non prestava il servizio militare sapeva benissimo che coerentemente ai suoi principi non avrebbe potuto poi maneggiare armi.
Come accade a decine di milioni di italiani, che pur non essendosi dichiarati a suo tempo obiettori di coscienza, svolgono attività che con le armi nulla hanno a che fare.

Carlo Giovanardi
deputato Udc


On Carlo Giovanardi