Maremoto e disastro ferroviario: impiegati alpini della Protezione civile di sette sezioni

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Unità della protezione civile di tre sezioni sono a Kinniya, un’isola della laguna di Trinkomalee, nello Sri Lanka, dove l’onda assassina dello tsunami ha ucciso mille persone.
I nostri volontari sono partiti venerdì 7 gennaio da Roma, hanno organizzato un pronto soccorso in un edificio recuperato da quelli sinistrati ed un campo profughi nel piazzale dell’ex ospedale, distrutto dallo tsunami.

Domenica 9 hanno ricevuto la visita del presidente della Camera, Casini, che li ha calorosamente salutati e ringraziati per questa presenza italiana che affianca quella dei vigili del fuoco e dei carabinieri.
Il gruppo è formato da 11 volontari: sei della sezione Abruzzi (Vincenzo De Bernardinis, Giocondo Dell’Orso, Francesco Di Lorenzo, Ugo Di Martino, Alvaro Guardiani e Gianfranco Sabatino), tre della sezione Latina (il coordinatore del gruppo Nicola Corradetti, Roberto Pellizzon e sua figlia Marta) e due della sezione di Roma (Michele Damiani e Mauro Stazi).

Ecco la giornata tipo dei nostri volontari raccontata da Roberto Pellizzon, che è in contatto con Francesco Beolchini, coordinatore del 4º Raggruppamento di PC. Un racconto al quale non occorre aggiungere nulla, perché spiega perfettamente il grande lavoro dei nostri alpini. ‘Oggi io e Nicola abbiamo lavorato nell’ospedale, quello che avevo chiamato pronto soccorso allestito dalla PC. Stiamo facendo un impianto per fornirlo di acqua corrente: avevano un contenitore con un rubinetto poggiato su una sedia, abbiamo installato un lavandino, un serbatoio sul tetto dell’edificio ed una pompa elettrica con galleggiante. Domani in due ore termineremo il lavoro. Gli altri hanno continuato il campo alla moschea.

‘Il quartiere dove c’è la moschea si chiama Mancholai; lì domani si devono spostare alcune tende per creare lo spazio per l’ospedale da campo dell’ANA, pare che il Dipartimento lo abbia richiesto. Domani viene la Boniver; alle 14 io e Mauro Stazi andiamo con il Canadair a Galle, una città sulla costa sud dell’isola. Galle è a circa 300 km da qui, ci portiamo quattro ragazzi indigeni da istruire e dobbiamo allestire un nuovo campo. Dovremmo restare lì 3 o 4 giorni. Il tempo continua ad essere buono, il sole non è forte perché è un po’ velato, ma domani vado verso l’equatore, speriamo bene! Adesso dormo!’

Il contributo all’operazione di soccorso non finisce qui. Un gruppo di volontari della PC della sezione di Varese è stato mobilitato dal 26 dicembre a fine anno per dare assistenza a cittadini stranieri che rientravano dai Paesi del maremoto facendo scalo alla Malpensa in attesa della coincidenza per il rimpatrio. Infine, altri alpini sono stati mobilitati dopo il disastro ferroviario a Crevalcore. Una cinquantina di alpini delle sezioni Bolognese Romagnola, Modena e Reggio Emilia sono stati impiegati come supporto ai vigili del fuoco e per l’impiego dei gruppi elettrogeni, indispensabili per continuare l’opera di soccorso e di recupero delle carrozze anche nelle ore notturne.

Protezione civile Regione Lombardia

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