Vi racconto i miei alpini

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Scrivo questa lettera per raccontare gli alpini “andati avanti” del mio Gruppo. Il mio amico Arrigo, rievocando i vecchi tempi, mi raccontava come durante il servizio prestato in Montenegro si trovava nel picchetto d’onore alla visita della regina Elena. Questa si fermò e, passando in rassegna lo schieramento, si fermò dietro di lui e disse: “Che bellissimi uomini”. 

Richiamata dal servizio nell’allontanarsi dal gruppo lo salutava da dietro la schiena facendo ciao con la mano. Ricordando questa sia lui che io ci commuoviamo tuttora. Il mio amico Gerrino, artigliere, mi raccontava che durante la battaglia di Pljevlja si trovava a sparare con i mortai a quota zero, a pochi metri dal nemico. “O noi o loro” diceva, era un grande uomo. Un altro compagno, Agostino, mandava a casa la decade alla famiglia numerosa, 60 anni fa. Alpini e uomini doc il cui motto era “Lavoro e famiglia” e ora lo è per i loro figli. Quindici anni fa erano vivi e mi raccontavano ricordi emozionanti, allora gli promisi che queste storie sarebbero state rese note. Quanto ho dato anch’io a questa bella famiglia chiamata Ana non si misura ma si sente.

Erminio Mazzucchi Gruppi Val di Gresta, Sezione di Trento

Caro Erminio, si avverte gratitudine e affetto nel voler segnalare i tuoi amici “andati avanti”. Sarebbe bello poter ascoltare ancora le loro storie, in maniera più diffusa. Sulla regina Elena ci farei un pezzo di quelli vulcanici. Pensa povera donna quale sussulto ormonale avrà avuto davanti alla prestanza di Arrigo. Lei che, vivendo a Corte, doveva mortificare le passioni nascoste dentro alle pieghe degli obblighi formali, si trova improvvisamente a rompere un tran tran ingessato davanti al ben di Dio di un alpino in armi. Il sussulto di un attimo che vale una storia.

VI RACCONTO I MIEI ALPINIScrivo questa lettera per raccontare gli alpini “andatiavanti” del mio Gruppo. Il mio amico Arrigo, rievocandoi vecchi tempi, mi raccontava come durante il servizioprestato in Montenegro si trovava nel picchetto d’onore allavisita della regina Elena. Questa si fermò e, passando in rassegnalo schieramento, si fermò dietro di lui e disse: “Chebellissimi uomini”. Richiamata dal servizio nell’allontanarsidal gruppo lo salutava da dietro la schiena facendo ciao conla mano. Ricordando questa sia lui che io ci commuoviamotuttora. Il mio amico Gerrino, artigliere, mi raccontava chedurante la battaglia di Pljevlja si trovava a sparare con i mortaia quota zero, a pochi metri dal nemico. “O noi o loro”diceva, era un grande uomo. Un altro compagno, Agostino,mandava a casa la decade alla famiglia numerosa, 60 anni fa.Alpini e uomini doc il cui motto era “Lavoro e famiglia” eora lo è per i loro figli. Quindici anni fa erano vivi e mi raccontavanoricordi emozionanti, allora gli promisi che questestorie sarebbero state rese note.Quanto ho dato anch’io a questa bella famiglia chiamataAna non si misura ma si sente.Erminio MazzucchiGruppi Val di Gresta, Sezione di TrentoCaro Erminio, si avverte gratitudine e affetto nel voler segnalarei tuoi amici “andati avanti”. Sarebbe bello poter ascoltare ancorale loro storie, in maniera più diffusa. Sulla regina Elena ci fareiun pezzo di quelli vulcanici. Pensa povera donna quale sussultoormonale avrà avuto davanti alla prestanza di Arrigo. Lei che,vivendo a Corte, doveva mortificare le passioni nascoste dentroalle pieghe degli obblighi formali, si trova improvvisamente arompere un tran tran ingessato davanti al ben di Dio di un alpinoin armi. Il sussulto di un attimo che vale una storia.