Raduno del Gruppo artiglieria da montagna "Bergamo"

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“E poi venne su lenta, grave, bella nella sua apparenza faticosa e rude, coi suoi grandi soldati, coi suoi muli potenti, l’Artiglieria da Montagna…” con queste parole Edmondo De Amicis descriveva magistralmente l’Artiglieria da Montagna. Quegli stessi soldati, fieri ed orgogliosi del servizio reso alla Patria, si sono ritrovati, in occasione del 10° anniversario dallo scioglimento del Gruppo “Bergamo” (15 maggio 2001), in tanti, tantissimi a Silandro (Val Venosta) al raduno degli artiglieri del “Bergamo” nei giorni di sabato 28 e domenica 29 maggio scorso, provenienti per la maggior parte dalle provincie lombarde – bergamaschi e bresciani in primis – ma anche da tutto il Norditalia oltre che da luoghi lontani come da Caorle, da Aosta, da Roma, da Sassari, pure da Amsterdam e addirittura dal Sud Africa, visto che il presidente della sezione alpini del Paese africano è un artigliere originario di Songavazzo (Bergamo).

Silandro, che con la caserma Druso ha visto passare migliaia di artiglieri chiamati al servizio di leva, è tornata capitale del “Bergamo” e ha risentito tuonare ancora il motto “Berghem de Sass!”. L’idea del raduno era nata in occasione del ritrovo degli artiglieri del “Bergamo” all’Adunata nazionale di Bergamo nel 2010 ha subito suscitato l’interesse di centinaia di artiglieri e così, grazie all’impegno del consigliere Paolo Moro e del segretario gen. Elio Carrara (già comandante del Gruppo “Bergamo” e della brigata alpina “Orobica”) entrambi della sezione di Bergamo, dopo circa un anno di duro lavoro e faticosi preparativi, due radiose giornate hanno coronato il sogno e la speranza di molti di ritrovarsi e fare rivivere la propria Caserma.

Sabato pomeriggio, in presenza di un picchetto d’onore armato e delle autorità civili e militari, la deposizione di una corona d’alloro ai Caduti di lingua tedesca e una ai Caduti di lingua italiana presso il cimitero a lato della chiesa parrocchiale locale. Il clou del raduno è stato la domenica quando si sono visti sfilare attraverso il centro cittadino di Silandro, inquadrati per Batterie di appartenenza, oltre 900 artiglieri tra cui ben 10 vessilli sezionali, 95 gagliardetti, le fanfare di Scanzorosciate (Bergamo) e di Pontoglio (Brescia), la banda locale, autorità civili e militari e, al seguito, amici e parenti per un totale di circa 1500 presenze. Giunti dinanzi all’ingresso principale della caserma si è svolto il rito dell’alzabandiera, accompagnato dal canto di tutti i presenti è nuovamente risuonato l’Inno nazionale.

Nel cortile dell’adunata, cuore della Caserma, dopo i discorsi di rito degli organizzatori e delle autorità civili e militari: Ricordiamo che la caserma Druso, costruita nel 1936 e sede storica del Bergamo dalla fine della 2° guerra mondiale fino al 1995 (anno in cui il Gruppo venne trasferito alla caserma Polonio di Merano), era abbandonata da oltre 15 anni ed essendo invasa dalla vegetazione – spiega il Segretario Sezionale di Bergamo Gen. Elio Carrara – è stata dapprima disboscata a cura dei volontari di protezione civile della sezione di Bergamo”.

“E’ stato quasi un sogno – continua il gen. Carrara – vedere la commuovente e sentita partecipazione di massa al raduno, la Druso imbandierata di tricolori per la cerimonia dell’Alzabandiera e lo schieramento nel cortile degli Artiglieri suddivisi per Batterie”.

“Sono stati due giorni bellissimi e commuoventi – spiega il consigliere sezionale di Bergamo Paolo Moro – un vero tripudio di penne nere: parola dei veci, mai visti a Silandro tanti artiglieri, tanti cappelli alpini tutti insieme! E’ stato emozionante il clima festoso e di partecipazione già dal sabato e poi alla domenica la sfilata, varcare la soglia della Druso, l’alzabandiera con l’inno cantato da tutti, calpestare nuovamente il piazzale dell’adunata, rivedere le palazzine, l’autocarreggio e le vecchie scuderie, pranzare ancora una volta tutti in compagnia… incredibile! Ai veci si sono affiancati i bocia richiamati dalla voce della nostalgia e dai tanti ricordi, tutti ancora uniti da un unico filo conduttore… il “Berghem de Sass”. Sono felice ed orgoglioso – ha continuato Moro – che tutto è andato per il meglio, che tutti sono stati soddisfatti per come si è svolto il raduno, che abbiamo fatto rivivere la Druso, ma che soprattutto qualcuno ha ritrovato i suoi commilitoni dopo 10, 20, 30 anni, anche 50 anni dal congedo… obiettivo raggiunto!!!”

Quindi si è celebrata la Messa e, al termine, raggiunta l’ampia zona dell’autocarreggio, si è consumato il rancio alpino e il pomeriggio è scivolato via accompagnato dalla musica delle fanfare tra vecchi ricordi e aneddoti del tempo passato in caserma. Il raduno si è concluso con l’ammainabandiera e il classico “rompete le righe”…

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