Volpe Bianca

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    La coincidenza col 150º anniversario del Corpo degli Alpini ha conferito un arco temporale inconsueto e una connotazione più marcatamente “combat” all’Esercitazione Volpe Bianca, che quest’anno ha inglobato, con taglio più militare, i Ca.Sta (Campionati sciistici delle Truppe alpine) e alla cui realizzazione ha contribuito anche la nostra Associazione, rappresentata nelle fasi finali dal Presidente nazionale, Sebastiano Favero.

    Volpe Bianca è andata in scena dal 28 febbraio all’11 marzo nell’Alta Val di Susa e in Val Chisone, in Piemonte, e ha visto impegnati reparti delle brigate Taurinense e Julia, il Centro Addestramento Alpino, il 4º alpini paracadutisti, il 4º Aves Altair (32º distaccamento Toro), il 2º Trasmissioni, il 17º Artiglieria contraerea, il 33º EW (per la guerra elettronica), il 41º Cordenons (sorveglianza strumentale del campo di battaglia), nonché le Scuola di applicazione e di fanteria: circa mille uomini e donne delle Truppe Alpine, affiancati da due plotoni scout della 173ª brigata aviotrasportata Usa e dagli Chasseurs alpins della 27ª brigata da montagna francese.

    La prima settimana è stata dedicata allo svolgimento dell’esercitazione Winter Resolve, che ha visto anche l’impiego di convertiplani V 22 Osprey statunitensi; la seconda è stata quella caratterizzata dal maggior numero di eventi e dalla possibilità per il pubblico di assistere ad alcuni, a cominciare dall’atto tattico finale della Steel Blizzard, a cui ha presenziato anche il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen. C.A. Pietro Serino.

    Gli altri momenti addestrativi sono stati la Ice Patrol (attività di pattuglia, imperniata su capacità di navigazione tattica, con punti da raggiungere in un tempo definito, realizzazione di un bivacco, topografia, prova trasmissioni, superamento di ostacolo naturale, recupero di un travolto da valanga e trasporto di un ferito); la Winter Rescue, sviluppata dal 9º Alpini, che simulava interventi di soccorso in montagna dopo una calamità naturale; la Ice Challenge, competizione di biathlon militare centrata sulle capacità individuali in montagna.

    Il 3º reggimento ha vinto la gara di pattuglia, aggiudicandosi il Trofeo “Silvano Buffa”; la Brigata Taurinense ha conquistato anche il trofeo Breusa, col maggior punteggio complessivo nella stessa Ice Patrol, sommando i punteggi delle pattuglie dei suoi Reggimenti; nell’Ice Challenge, invece, primo e secondo posto per Riccardo Pizzuti ed Enrico Tortul dell’8º reggimento. Il bel manifesto dell’edizione 2002 dei Ca.Sta è dovuto all’estro di Pedro Luis Aliaga Carrion, ex alunno del liceo artistico Buniva di Cuneo.

    Preceduta, la sera prima, da una spettacolare fiaccolata tricolore sugli sci realizzata da 60 alpini e 40 maestri di sci arrivati in pista sino a Sestriere, la Steel Blizzard, imperniata sul 3º Alpini (affiancato da americani e francesi) ha concentrato nel bellissimo scenario di un Pian dell’Alpe insolitamente privo di neve una complessa attività di movimento e combattimento in ambiente montano: in campo si sono viste quasi tutte le dotazioni delle Truppe alpine, dai cingolati BV206S e 206-D, che hanno fornito anche appoggio a fuoco, ai pezzi da 105/14 utilizzati in tiro teso (capacità che rende unico il venerabile obice, da poco tornato in servizio), ai mortai da 81mm, ai missili contraerei spalleggiabili Stinger, agli Uav (droni) Raven per la sorveglianza del campo di battaglia, ai radar campali, agli elicotteri AB205 e CH47F, ecc.

    Un atto tattico di notevole realismo, accentuato dal fuoco a salve e dalle esplosioni controllate, che ha messo in luce la notevole preparazione del personale e la capacità di sfruttare il non facile terreno: qualità riconosciute dal Capo di Sme, gen. Serino, il quale ha sottolineato come all’interno dell’Esercito gli alpini si confermino come eccellenza e punto di riferimento internazionale per il mountain warfare.

    Massimo Cortesi

    L’INTERVISTA

    Gen. Gamba, in occasione del 150º anniversario di costituzione del Corpo degli Alpini, l’esercitazione Volpe Bianca ha assunto dimensioni più importanti. Può dirci in sintesi quali erano gli obiettivi?
    Non si tratta di dimensioni più importanti, ma innovative perché continuiamo a perseguire il nostro addestramento di specialità con i noti concetti di verticalità, articità e multinazionalità. Ulteriormente innovativa anche l’attività riconducibile ai Ca.Sta (il cui spirito agonistico e atletico non intendiamo assolutamente mettere da parte, al contrario…) dove abbiamo messo a confronto pattuglie di otto uomini in test ed attività all’interno di un ambiente e di un supposto tattico ben specifico sul modello di attività competitive militari.

    Le Truppe Alpine sono una specialità di eccellenza dell’Esercito: come si è giunti, attraverso le varie fasi, all’attuale livello che tutti ci invidiano?
    Per me conta l’approccio sempre entusiastico di chi porta la penna, questo atteggiamento di mai (e poi mai) tirarsi indietro, il volere instancabilmente arrivare fino in fondo perché bisogna tornare a “baita”. Ma, con questa affermazione, non intendo nulla togliere a chi si è prodigato nel cogliere spunti da sviluppare per assicurare sempre il raggiungimento degli obiettivi addestrativi dell’Esercito e vorrei anche dire un “grazie infinite” a tutti coloro che testano e sperimentano materiali sempre più efficienti e sono alla ricerca del meglio di chi opera sempre in ambiente al limite della sopportabilità umana. Insomma, noi alpini siamo dei “malati di entusiasmo” che vogliono toccare con mano la concretezza e la positività del risultato che conseguono! Ecco perché si va avanti sempre e soprattutto meglio!