Volontari “non operativi” on line

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    Prima di tutto auguri per l’importante incarico a cui è stato recentemente chiamato: la direzione del mensile L’Alpino, voce della nostra famiglia Ana capace di farsi autorevolmente sentire anche ben oltre. Per questo motivo le sottopongo una questione interna alla nostra Associazione, ma dai più ampi risvolti culturali e umani. Questi i fatti: non pochi alpini volontari della Protezione Civile sono stati dichiarati “non operativi” per non aver partecipato, in tempi di Covid-19, a una lezione di aggiornamento tenutasi in video conferenza. Ora, pur con tutto il rispetto per le modalità comunicative proprie della contemporaneità, non posso non esprimere il mio profondo dissenso in merito a tale decisione. Perché umiliare innanzi tutto sul piano umano e poi su quello delle competenze, tanti volontari che in più occasioni emergenziali hanno dimostrato di saper fare e fare bene? Non voglio qui introdurre sterili divisioni tra il braccio e la mente ma forse, almeno dal mio punto di vista, la cosa è stata gestita un po’ troppo velocemente per noi “vecchi”, anche se, onestamente bisogna dirlo, accompagnata da vari corsi. Non ritiene lei che relegare alla non operatività tanti bravi ed efficienti volontari, magari scarsi in informatica, ma forniti di lunghissima pratica e di spirito adeguato, sia stata e sia un’inutile e ingiustificata umiliazione?

    Lamberto Bianchi, Sezione Pisa Lucca Livorno

    Caro Lamberto, effettivamente è difficile credere, o quanto meno accettare, che la Protezione Civile possa privarsi dell’opera di persone volonterose ed esperte solo perché queste non hanno partecipato ad una sola lezione di aggiornamento on line. Credo che ci sia ampio spazio per rimediare a questa che, letta così, pare un’evidente stortura. Giriamo perciò l’istanza ai responsabili della Protezione Civile nazionale, affinché possano trovare la via per rimediare a questa “mancanza” ed alla conseguente esclusione.