Il centro storico dell’antica Torino sabauda è formato da isolati squadrati, occupati da palazzi nobiliari firmati dai migliori architetti che il mondo conosceva agli albori del Regno di Sardegna. In via Lagrange, laddove nel 1920 il Circolo ufficiali in congedo aveva la sua sede, il 6 febbraio scorso è stata scoperta una targa commemorativa, posta su un leggio fissato a terra, esattamente nel luogo dove cento anni fa nacque la Sezione di Torino. Alla cerimonia, organizzata e voluta dal Comune di Torino, erano presenti molti alpini, autorità, cittadini.
L’atmosfera che si percepiva era un misto di fierezza e di rispetto per le cose eccezionali che si ricordano nella vita di chi si festeggia, ma anche di riconoscenza per quello che è stato fatto. Il Presidente Guido Vercellino ha rilevato, con poche sentite parole, quello che gli alpini vogliono rappresentare nella vita del Paese, quello che riescono annualmente a realizzare mantenendo nel tempo alti i loro valori di operosità e di solidarietà. L’impressione generale è di essere stati presenti non alla malinconica celebrazione di un centenario, ma alla esaltazione di un miracolo continuo di una indispensabile presenza.
Tutto cominciò a Morgex, in Valle d’Aosta, durante lo scoprimento di una lapide posta in onore della Medaglia d’Oro concessa al ten. alpino Giuseppe Garrone, caduto il 18 dicembre 1917 sul Monte Grappa. Alcuni dei presenti a quella cerimonia e in particolare il col. Arnaldo Bianco, gli avvocati Pietro Rivano, Umberto Ballestreri e Guido Operti, espressero il desiderio di fondare la prima Sezione della neonata Associazione Nazionale Alpini. Nel gennaio 1920 si ritrovano nello studio dell’avvocato Operti per esaminare l’opportunità di formalizzare la loro idea e iniziare la stesura di uno Statuto sociale. Per porne le basi il 19 febbraio 1920 venne indetta la prima Assemblea costituente della Sezione di Torino al Circolo ufficiali in congedo.
I partecipanti, tutti ufficiali in pensione o ancora in servizio, stabilirono che il costituendo sodalizio dovesse semplicemente considerarsi una diramazione dell’Ana, fondata sette mesi prima a Milano. Promotore di questa decisione fu il generale Andrea Cerri, eletto primo Presidente sezionale, che rimase in carica fino al 1922. La prima manifestazione promossa dalla Sezione, nel settembre 1920, fu la sfilata di 120 soci lungo le strade di Torino fino alla caserma Rubatto, per un gemellaggio ideale con gli alpini in armi. Il primo anno fu particolarmente difficile per tutti i problemi contingenti relativi alla gestione, alla logistica, di amalgama tra persone provenienti da ceti sociali molto diversi e per la particolare situazione politica che si stava vivendo.
Nel 1922, alla presenza del Re, venne inaugurato nella caserma Rubatto un monumento a ricordo dei 5.232 alpini del 3º reggimento caduti nella Grande Guerra. Nel 1922 venne pubblicato, “ad esclusivo uso dei soci”, il bollettino mensile che un anno dopo assunse la denominazione di “Ciao Pais”, dal saluto che i nostri alpini si scambiavano incontrandosi. Nel 1927 la Sezione era già la più numerosa con 2.450 soci. Nel 1940 si tenne la 21ª Adunata nazionale a Torino in un clima teso e mesto per la guerra che incombeva. La Sezione aveva una forza di 6.810 soci suddivisi su 103 Gruppi. Rimase operativa fino all’8 settembre 1943, poi l’attività venne sospesa fino all’aprile 1946 e l’avvocato Garino guidò il Comitato di reggenza fino all’aprile 1947 quando, con regolare Assemblea dei delegati dei 20 Gruppi ricostituiti, venne eletto Presidente.
Intanto la Sezione di Torino crebbe e il numero degli iscritti rimase per tanti anni tra i più alti, contendendosi il primato con Bergamo. Nel 1961, anno del Centenario dell’Unità d’Italia, Torino ospitò la 34ª Adunata nazionale, alla presenza di 100mila partecipanti, cifra record per quei tempi. Sono gli anni che vedono avvicendarsi alla guida della Sezione Presidenti di grande statura morale: Nicola Fanci, combattente della Prima guerra mondiale e Cavaliere di Vittorio Veneto, Enrico Guanciali- Franchi, Guglielmo Scagno, ferito in combattimento in Albania e decorato di Medaglia di Bronzo al V.M. Un periodo d’oro in cui gli alpini di Torino aumentarono sia nel numero, sia nella capacità di prestare il loro aiuto ai più bisognosi, dimostrando come il seme gettato nel 1923, in occasione dell’alluvione in Valcamonica, germogliò in un albero rigoglioso. Ne sono prova gli interventi in Friuli, in Irpinia, l’Asilo di Rossosch e in molte altre occasioni che si sono presentate. Intanto Torino ospitò altre due Adunate, nel 1977 e nel 1988.
In tutti gli anni della sua appassionante vita, la Sezione ha sempre rincorso l’idea di dotarsi di una sede propria. Dopo innumerevoli vicissitudini e infiniti traslochi, finalmente il 7 ottobre 2001 è stata inaugurata l’attuale baita alpina. Durante le Olimpiadi invernali 2006, le Universiadi 2007, gli alpini torinesi sono presenti in modo massiccio ed entusiasta. E l’Adunata del 2011, nel 150º anniversario dell’Unità d’Italia, è stato un trionfo per la città e per la Sezione.
Per Torino, “la Veja”, è sempre stata una componente importante. Si è guadagnata il rispetto delle istituzioni e l’affetto dei cittadini che hanno imparato a fidarsi degli alpini che non promettono mai invano. Un affetto che è stato dimostrato nuovamente il 6 febbraio scorso, in un appuntamento che ha provocato tanti bei ricordi e che si concluderà il 6 e 7 giugno prossimi con una grande festa in città.
Pier Giorgio Milano