VITTORIO VENETO – Il Bosco nel futuro

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    Il 51º raduno al Bosco delle Penne Mozze, organizzato domenica 28 agosto dalle Sezioni di Conegliano, Treviso, Valdobbiadene e Vittorio Veneto è stato vissuto con intensa partecipazione dalle tante penne nere convenute per la cerimonia. L’evento, dopo la solenne celebrazione dell’anno scorso alla presenza del Labaro, ha ripreso la sua consueta dimensione. Dopo l’accoglienza della bandiera della Città di Treviso e del gonfalone della Città di Vittorio Veneto, decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, e dei vessilli della quattro Sezioni trevigiane, si sono svolti l’alzabandiera e la resa degli onori alle Penne Mozze (nella foto). Ha fatto seguito lo scoprimento di una targa che riporta espressioni di gratitudine che le Sezioni trevigiane rivolgono al Gruppo di Cison di Valmarino per l’inesauribile opera di conservazione e mantenimento.

    Il momento saliente della cerimonia è stato lo scoprimento del busto in bronzo che ritrae Mario Altarui, ideatore del memoriale e fondatore dell’associazione Penne Mozze. Il manufatto, di pregevole fattura, opera dell’artista Carlo Balljana, è stato benedetto dal parroco di Cison di Valmarino, don Luca Maria Bronzini, che ha officiato la Messa. Varinnio Milan, Presidente dell’associazione Penne Mozze, ha dato il benvenuto anche a nome delle Sezioni trevigiane e ha messo in luce le lodevoli iniziative che le scuole del territorio intraprendono proponendo la visita guidata al Bosco: i giovani prendono visione di un luogo rappresentativo e gli insegnanti lo utilizzano come argomento utile all’insegnamento di chi ci ha preceduto.

    Il sindaco di Cison di Valmarino Cristina Da Soller, nel porgere a sua volta il benvenuto da parte della comunità locale, ribadendo fiducia nelle iniziative delle penne nere, si è realisticamente posta la domanda su come sarà il Bosco tra 50 anni. La sua risposta, immediata e sincera, è stata che il Bosco continuerà ad esistere perché ci saranno sempre brave persone come gli alpini che perpetueranno la memoria, con radici profonde nelle loro comunità. Anche il Consigliere nazionale Daniele Bassetto, che ha portato ufficialmente il saluto del Presidente Favero e del Consiglio Direttivo nazionale, ha messo in luce le ansie del quotidiano. La crisi di valori della società, che si manifesta con azioni di imprevedibile esuberanza dei giovani, è il segnale che a loro devono essere dedicate le energie per ribadire le regole del vivere in comune.

    Infine, accolto con grande gioia, ha preso la parola il Presidente emerito Corrado Perona. «Sono emozionato – ha esordito – a ritornare in questo luogo, che conosco da anni. Riprendo la domanda che si è posta il sindaco su come sarà il Bosco tra 50 anni. Il Bosco esiste e così esisterà anche nel futuro che è nelle mani dei giovani. E allora ribadiamolo. Facciamo questa leva, non con il fucile in mano, perché non serve. C’è l’esercito di professionisti per questo e va benissimo. Facciamo un servizio a favore della comunità, sotto l’aspetto ecologico, morale, civico, nel rispetto dei vecchi e dell’ambiente. Che imparino anche a dire signor sì, ma che lavorino per la propria terra, per la propria gente». Il forte applauso che è scaturito alla conclusione dell’intervento, sciogliendo l’emozione, ha dato l’ennesima testimonianza di quanta energia abbia ancora Corrado Perona e di quanto affetto goda tra le sue amate penne nere.

    Roldano De Biasi