Vince lo sport Alpino

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    Auna persona qualsiasi, profana di questioni alpine, un titolo come quello qui sopra potrebbe non dire molto… è chiaro che lo sport vince, è l’esempio della contesa amichevole, dello sforzo protratto verso il primato senza astio bellico. Ad un lettore più attento, non può sfuggire l’aggettivo con la maiuscola, roba da far rizzare i capelli alla vecchia maestra, invece importantissimo per noi.

    Si, perché l’alpinità è un bene morale che, unico al mondo, indirizza le nostre azioni. In quel di Sovere (Bergamo) i referenti sportivi di ogni Sezione, unitamente al Presidente nazionale e all’omonima commissione, si sono dati appuntamento per fare il punto della situazione e valutare i programmi per il futuro. Nessuno ha sottovalutato la criticità del momento ma tutti hanno convenuto che il desiderio di esserci supera qualsiasi nera previsione.

    Gli alpini impostano, programmano, insomma si danno da fare, poi sia quel che sia, si adegueranno al momento. Sono stati presentati i campionati invernali e le Alpiniadi estive, con piacere ho notato che in tutti i casi, il momento del ricordo ha un posto fondamentale nelle varie manifestazioni sportive, non avrebbe potuto essere diversamente, per noi è un importante momento di riflessione interiore che ci aiuta e tonifica. Il responsabile della commissione, Tonino Di Carlo, ha gestito in modo lineare la riunione che ha visto la presenza del Presidente nazionale Sebastiano Favero, il quale ha sottolineato il valore dello sport all’interno della nostra grande famiglia alpina.

    Dopo le presentazioni delle varie competizioni, è stata la volta degli interventi squisitamente tecnici, i quali hanno permesso di chiarire aspetti importanti riguardo alle normative e alla più specifica organizzazione. Un plauso, non di sola maniera, va agli alpini di Sovere che, accompagnati dal bravissimo coro, hanno permesso l’ottima riuscita dell’incontro. Per questo ho fatto i complimenti al Presidente della Sezione ospitante, Giorgio Sonzogni, il quale senza palese enfasi mi ha risposto: «Jé alpini!».

    Mario Rumo

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