VICENZA – Cirillo è tornato a baita

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    Lo scorso mese di dicembre l’alpino Cirillo Fancon è tornato a casa, è tornato nella sua Malo da cui era partito a fine novembre del 1915 per il fronte, sul Pasubio con il btg. Monte Berico del 6º Alpini. Il 10 ottobre 1916 sul Pasubio è una domenica di guerra: era partita la controffensiva italiana, il suo battaglione è nella mischia, durante l’assalto del Dente austriaco, Cirillo è sconvolto dalle urla dei comandi e quelle dei colpiti che cadevano riversi attorno a lui. Si ritrova ammucchiato con altri suoi compagni, con tanti fucili puntati addosso da altri soldati che urlano parole che non comprende. Chi gli sta attorno butta l’arma e alza le mani, la butta anche lui, non parlava più, non comprende ciò che sta accadendo mentre viene spinto giù dalla montagna con altri compagni. Qualche giorno ammassato in carri bestiame per raggiungere il campo di Sigmundsherberg, e poi quello in Bosnia nei pressi di Zenica dove muore di stenti nel fango, senza gloria, senza un motivo. Mossi da pietà, i compagni di sventura gli hanno riservato un gesto d’amore, una sepoltura dignitosa. Era l’11 settembre 1917. Da allora rimase solo il ricordo e il pianto dei suoi familiari e con loro si spensero poi anche quelli e sul povero Cirillo scese l’oblio. Giusto un secolo dopo, un appassionato ricercatore bosniaco, il prof. Dalibor Ballian, docente presso la facoltà di Scienze Forestali dell’Università di Sarajevo, aggirandosi nei territori che furono teatro di antiche e recenti battaglie e camminando tra le rovine di uno dei cimiteri dismessi nei dintorni di Zenica, nota i frammenti di una lapide su cui sono ancora leggibili alcune parole, un nome e una località italiana: Cirillo Fancon – Malo. Il professore contatta la nostra Ambasciata e mette in moto OnorCaduti che si rivolge al Comune di Malo. Da lì il contatto con i coniugi Maria Maddalena Dal Zotto e Gabriele Meggiorin, fondatori dell’associazione di ricerche storiche Archeion, che a sua volta chiede e ottiene immediata collaborazione dagli alpini del Gruppo di Malo. Tutti uniti per portare a casa lo sfortunato fratello, amico, compaesano (nella foto). Oggi i resti del povero Cirillo Fancon sono qui, tra noi. È tornato tra le strade e i borghi che lo videro fanciullo e poi giovanotto, partito in quel lontano 29 novembre 1915. Centotre anni fa.

    Luigi Girardi