Viaggio in Sud America

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    Manca poco al Natale quando il presidente nazionale Sebastiano Favero e il delegato ai contatti con le sezioni all’estero Ferruccio Minelli si mettono in viaggio per l’America Latina. È in programma una visita alle Sezioni ANA Brasile, Argentina e al gruppo autonomo Colombia, una visita informale a questi sodalizi che resistono tenacemente nonostante il numero esiguo di soci e le conseguenti difficoltà… dunque, si meritano una visita! Ferruccio Minelli ci ha raccontato così, questo viaggio all’altro capo del mondo.

     

    BRASILE – Lunghe ore di aereo e, finalmente, ecco il Brasile. Atterriamo all’aeroporto di Florianopolis. Durante lo sbarco scopriamo che sull’aereo aveva viaggiato con noi un Alpino toscano, Marco Bianchi, che abita lì: riconosce il distintivo sulla nostra giacca a vento e si presenta. Veniamo poi ricevuti da Luca Luchetta, Alpino bellunese e da un Alpino veronese, Franco Gentili, che abita a Florianopolis. Il giorno dopo, a Jaraguà do Sul, ha luogo una bella e partecipata cerimonia per l’inaugurazione e la consacrazione della chiesetta alpina. Il presidente nazionale Favero riceve un’accoglienza calorosa dai discendenti degli italiani emigrati, dalle autorità locali ma anche dalla popolazione che è molto legata e grata agli Alpini. Commovente l’incontro con l’Alpino Giovanni Luigi Corso, combattente della guerra partigiana, che vive a Curitiba. Tra gli altri c’erano Rinaldo De Rocco sindaco di Canale d’Agordo, Franco Gentili e Vittoriano Speranza, ex viceconsole di San Paolo. Gentili e Speranza hanno dato la loro disponibilità per cercare di ricomporre la sezione Brasile che ormai conta ufficialmente soltanto otto soci e un aggregato. Ma la storia della sezione Brasile e quella della chiesetta, strettamente intrecciate, meritano un cenno. Tra il 1877 e il 1900 un milione di persone lasciarono l’Italia per il Brasile con il miraggio di “trovar fortuna” nelle Americhe. Gli emigranti partivano dalle loro case, ormai vendute o lasciate per sempre ad altri, e a piedi attraversavano i paesi, salutando parenti e amici, con un accorato «Sani (arrivederci), se vedaron en Paradis!», certi che il viaggio sarebbe stato senza ritorno. Le nuove terre dovevano essere disboscate e dissodate per poter costruire dei ripari dalle intemperie e dagli animali pericolosi. La determinazione e la forza degli italiani, seppur tra tanti sacrifici, ebbero la meglio sulle difficoltà e nacquero così molti paesi che gli emigranti vollero chiamare con i nomi a loro cari, come Nova Vicenza, Nova Bassano, Nova Belluno, Nova Trento, e così via. Accanto all’agricoltura sorsero poi le industrie e i commerci, condizione che favorì il riallacciarsi dei rapporti tra i discendenti degli emigranti e l’Italia. Negli anni 2008-2009 Iria Tancon, discendente di emigranti, e Franco Gioia, Alpino di Verona che vive a Florianopolis, ebbero l’idea di realizzare una chiesetta alpina. Il terreno su cui edificarla, che domina la città di Jaraguà do Sul e da cui si vede l’oceano, fu donato da Durval Espezia, mentre l’edificazione e i rapporti con le imprese furono gestiti da Vincente Donini, discendenti entrambi dei primi emigranti. Nel 2012 gli Alpini costruirono davanti alla chiesa un capitello ispirato alle edicole religiose che si incontrano lungo le strade di montagna. I lavori per il capitello sono stati completati nel 2014 dall’Alpino Celeste Scaderzan che ha realizzato insieme ad altri volontari anche una bella fontana coronata da una pietra dolomitica rappresentante il Monte Focobon (Dolomiti). Franco Murer, famoso artista italiano, ha dotato la chiesa di una via crucis in 15 formelle e di un San Michele Arcangelo e ha dipinto il crocifisso del capitello sopra cui la pittrice Anna Marmolada ha rappresentato la storia dell’emigrazione e degli Alpini. Sul fronte dell’opera è stato apposto lo stemma dell’ANA fuso in un piatto in metallo dono della Sede nazionale. Possiamo ben dire che storia e cultura delle nostre Alpi siano presenti persino laggiù, in Sud America.

    ARGENTINA – Il viaggio prosegue per l’Argentina dove a Buenos Aires veniamo accolti dal vice presidente Gianfranco Tuzzi e dal figlio del presidente sezionale Fernando Caretti, che ci accompagnano alla sede della “Famiglia Ossolana” dove si sta concludendo una festa. Siamo accolti con grande gioia, tutti onorati di incontrare il presidente nazionale che porta il saluto ai nostri connazionali. Il giorno dopo andiamo a trovare gli Alpini del gruppo di La Plata, guidati dal capogruppo Umberto Sina, splendido ottantenne ancora pieno di entusiasmo e di vitalità. Anche qui sono rimasti pochi: tre Alpini ma molti aggregati (ventisette), che costituiscono anche il coro alpino diretto dal maestro Rafael Pascucci, chiamato ad esibirsi in tutte le manifestazioni cittadine. Nella sede del Gruppo si tiene una riunione: dopo i saluti di rito, vengono affrontati i seri problemi legati alla sopravvivenza dei Gruppi e delle Sezioni all’estero che potranno avere un futuro soltanto se verranno coinvolti i soci aggregati con particolare attenzione ai discendenti degli Alpini. Il presidente Favero ha assicurato la massima attenzione delle Sede nazionale su questo tema, garantendo che si farà il possibile per dare continuità a queste Sezioni, vere portavoce dell’italianità nel mondo. È seguito un momento conviviale nella sede del Gruppo alla presenza del Console Generale d’Italia, Iacopo Foti che evidenzia l’importanza della presenza degli Alpini per una immagine positiva dell’Italia.

    COLOMBIA – Non poteva mancare una visita anche agli Alpini della Colombia ormai pochi (12 soci e 10 aggregati) ma ancora attivi sotto la guida del capogruppo di Cartagena Gastone Vincenti che ci riceve con l’Alpino Guido Gozzi e il col. Maurizio Travisi che svolge, tra l’altro, incarichi per conto dell’ONU. La visita si conclude con un breve giro per conoscere meglio i luoghi dove vivono e lavorano i nostri Alpini e i loro discendenti.