VERCELLI Ottant'anni di solidariet

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    La sezione ha festeggiato l’anniversario portando a Sarajevo aiuti umanitari consegnati assieme ai nostri alpini in missione nel capoluogo bosniaco Sono passati ottant'anni da quel 24 novembre, quando un gruppo di alpini vercellesi decisero di costituire la sezione di Vercelli. Piccola sezione, terra di risaie, che stenta ad esser considerata zona di reclutamento alpino, i cui soci sono fieri di portare lo stesso cappello con la penna che ha portato il Beato don Secondo Pollo, unico alpino innalzato fino ad ora alla gloria degli altari. Sul vessillo della sezione sono appuntate sei medaglie d'oro tra le quali quelle dei fratelli Giuseppe ed Eugenio Garrone, di cui la sezione di Vercelli porta il nome.

    L'anniversario dì fondazione è stato ricordato con una serie di cerimonie che hanno preso il via con l'alzabandiera in piazza Alpini dove, accanto al monumento dedicato ai Caduti, crescono gli alberi della pace , piantati in una aiuola la cui terra proviene da 59 nazioni. Ha preso quindi il via la sfilata per le vie cittadine, con una sosta per deporre una corona d'alloro alla lapide delle medaglie d'Oro di Vercelli, la città più decorata d'Italia. La sfilata si è conclusa davanti alla casa natale dei fratelli Garrone dove è stata scoperta una lapide. In serata, al teatro Civico, i cori alpini ‘Val Tanaro’, ‘Don Pollo’, e la fanfara Valle Bormida hanno tenuto un applauditissimo concerto.

    Il compleanno è stato caratterizzato dalla solidarietà. Cinque mezzi, messi a disposizione dalla ditta del capogruppo Beppe Tartaglino, carichi di 90 quintali di beni di prima necessità raccolti grazie al lavoro degli alpini vercellesi ed alla generosità di ditte e privati, sono partiti per Sarajevo, per portare agli alpini del contingente EUFOR aiuti da distribuire alla popolazione che versa in stato di indigenza. Non è stato un viaggio facile: vi sono stati problemi alla frontiera croata, ma soprattutto bosniaca, dove il convoglio con gli aiuti umanitari è rimasto bloccato per 36 ore.

    Il ritardo ha fatto saltare tutti i programmi, ma l'orfanotrofio visitato e i racconti dei militari italiani hanno permesso di avere un quadro chiaro di una realtà drammatica. Nonostante i disagi ripagati dalla cerimonia dell'alzabandiera avvenuta prima della partenza, che ha visto i volontari vercellesi schierati con le truppe dell'EUFOR in tutti gli alpini vercellesi che hanno partecipato alla missione, si è fatta strada la determinazione di tornare ancora a Sarajevo con altri aiuti.