VALSUSA rande concorso di penne nere all'80 di fondazione della sezione

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    Nei giorni 27 28 e 29 settembre 2002 si sono svolti a Susa i festeggiamenti per l’80º anniversario della costituzione della sezione A.N.A. Valsusa. Nell’occasione è anche stato pubblicato un corposo volume sulla storia, le tradizioni e le attività della sezione non escluse alcune realtà della Valle e dei gloriosi reparti alpini di riferimento.
    Le manifestazioni hanno avuto inizio venerdì sera, nell’Auditorium dell’Istituto Tecnico Enzo Ferrari dove si sono esibiti il coro alpino Valsusa di Bussoleno ed un’altra formazione estemporanea di validi Ex coristi valsusini , con intervalli abilmente occupati dalla recita di poetiche rime alpine.
    La giornata di sabato, resa ufficiale dalla presenza del presidente nazionale Beppe Parazzini, ha avuto inizio con l’alzabandiera presso la sede sezionale, abbellita per l’occasione con un bel monumento. E’ seguita una trasferta nella vicina storica abbazia di Novalesa per la deposizione di fiori sulla tomba del Soldato Ignoto, Caduto nella campagna dei Balcani.
    Dopo una visita guidata all’importante sito architettonico che contiene preziosi affreschi d’epoca medioevale, a Susa si è svolto un informale ricevimento presso l’ufficio del sindaco. La serata è stata dedicata alla esibizione, sempre presso l’Auditorium Ferrari , dell’eclettica fanfara ANA Valsusa, che ha riscosso entusiastici consensi dal numeroso pubblico.
    La domenica, giornata conclusiva, la piccola città di Susa è stata letteralmente invasa da una moltitudine di penne nere provenienti da ogni parte del Piemonte, dalla Liguria, dalla Valle d’Aosta, perfino dalla Francia, ma anche dalla Lombardia e dal Veneto poiché va ricordato che al compleanno sezionale era stato abbinato
    anche il 50º anniversario della ricostituzione del gruppo artiglieria da montagna Pinerolo (purtroppo dal 1991 disciolto), il che ha fatto convenire a Susa moltissimi artiglieri, sottufficiali ed ufficiali che qui avevano prestato il servizio militare.
    La cerimonia ha avuto inizio presso la Caserma C. Henry , già sede della 7ª batteria dove, alla presenza di un picchetto armato della Guardia di Finanza che attualmente occupa una parte di questa caserma, e a una rappresentanza di artiglieri del 1º rgt. art. montagna, ha avuto luogo l’alzabandiera e la posa di una corona ai piedi di una serie di lapidi che ricordano i Caduti del 3º alpini e del battaglione Susa in particolare. Ha avuto inizio quindi il lungo corteo per le vie cittadine con la fanfara Valsusa in testa, i labari di 4 Associazioni d’Arma, i 6 vessilli sezionali più quello della Società di Mutuo Soccorso Alpini in Congedo di Torino, ben 117 gagliardetti ed una infinità di alpini.
    Dopo due soste per la posa di altrettante corone presso due monumenti simbolo dei valori patrii, il corteo è giunto alla cattedrale di San Giusto, dove è stata celebrata una S. Messa da mons. Alfonso Badini Confalonieri, vescovo di Susa. Il vescovo, all’omelia ha accostato l’operare degli alpini agli insegnamenti della fede cristiana. All’uscita dalla chiesa, da un palco posizionato sulla spaziosa piazza antistante, il presidente sezionale Paolo Giuliano, sopraffatto dall’emozione per la stragrande partecipazione, dopo un semplice saluto ed un ringraziamento a tutti, collaboratori e partecipanti, ha ceduto la parola agli altri oratori. Il col. Vercellotti, comandante del lº reggimento Artiglieria da Montagna, ha portato il saluto della Brigata alpina Taurinense , ricordando il legame forte che unisce da sempre alpini in congedo con quelli in armi. Il gen. Gatti, memoria storica del gruppo Pinerolo , ne ha rinverdito la storia. In seguito l’assessore regionale Botta ed il sindaco Plano, portando il saluto delle rispettive istituzioni hanno rimarcato il legame affettuoso del Piemonte e della città di Susa con gli alpini. Concludeva quindi il presidente nazionale Beppe Parazzini che, dopo i saluti della sede nazionale, con la sua abituale schiettezza ha stigmatizzato la decisione affrettata, di politici e alti comandi della Difesa, di ridurre drasticamente i reparti alpini, ed ha esortato tutti a continuare la battaglia per la difesa delle tradizioni alpine e per i valori della leva.