VAL SUSA – A brüsa, süta la Val Susa

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    Ci perdonino i custodi della tradizione del “Susa” se per una volta ci appropriamo del loro motto per mutuarlo in un orgoglioso “A brüsa, süta la Val Susa”. Crediamo bastino queste semplici parole a sintetizzare la lunga, splendida cavalcata che ci ha portati a dare un aiuto all’ospedale di Susa. Erano i giorni della grande paura, i giorni dei numeri devastanti, delle notizie contrastanti. Ognuno di noi chiuso nella propria casa si ritrovava impotente di fronte a quel nemico tanto inatteso, quanto sconosciuto. L’ospedale di Susa barcollava di fronte all’emergenza, ma teneva duro con grande spirito di sacrificio di tutti: medici e personale sanitario. Come aiutare?

    Era il 18 marzo, qualche telefonata, brevi scambi di opinione e poi la decisione: partiamo con una sottoscrizione in aiuto dell’ospedale. Una cosa tutta nostra, con il massimo della serietà e della trasparenza. Per dare il via in modo tangibile abbiamo deciso di sacrificare un numero dello Scarpone. Non solo, abbiamo incrementato l’impegno sezionale pur di raggiungere un qualche traguardo importante. I media locali e anche La Stampa web, ci danno una mano a diffondere l’appello e dal quel momento inizia la sorprendente cavalcata. Al 25 marzo raggiungiamo i 14mila euro e in accordo con l’ospedale facciamo il primo acquisto. Una grande emozione per tutti e principalmente per il Presidente Sosello, per il vice Bartolotti e per il coordinatore di Pc Baritello poter consegnare al dott. La Brocca il materiale acquistato. Era il 26 marzo. Pochi giorni dopo siamo arrivati a 26mila euro di somme raccolte.

    Tutti abbiamo dato il meglio di noi stessi: alpini, amici, associazioni che hanno dimostrato di aver fiducia in noi, di credere nella serietà degli alpini. Fioriscono intanto altre sottoscrizioni locali e tutto sommato è giusto così. Ma noi tiriamo avanti sulla nostra strada e veniamo gratificati anche da un nostro assiduo sostenitore, residente in Svizzera, con un’importante donazione. Ad inizio aprile arriviamo a 36mila euro, il giorno 8 tocchiamo i 40mila investiti immediatamente in materiale per la terapia intensiva. Così il 9 aprile il Presidente Sosello può raccontare la nostra meravigliosa avventura sulle frequenze di Radio Dora. Purtroppo sono caduti anche alcuni alpini, vinti o accompagnati dal virus ad “andare avanti”. Vittime senza un funerale, senza quell’abbraccio che siamo abituati a dare ai nostri amici nel momento del commiato. E intanto, tutto il mondo alpino ha cancellato feste, raduni e ogni altra cerimonia. Fortunatamente molti di quelli colpiti dal virus ne sono usciti, tra loro due consiglieri, e lentamente è iniziato l’avvio verso una presunta normalità.

    La nostra raccolta è stata chiusa alla fine di maggio raggiungendo il grande traguardo di 45.935 euro. Cessata l’emergenza, l’ultimo acquisto sarà destinato a un altro reparto. Grazie a tutti indistintamente per la fiducia riposta in noi, grazie anche al mondo della comunicazione che ci ha aiutati a diffondere il nostro appello: Francesco Falcone, La Stampa, l’alpino Vito Aloisio, La Valsusa, l’alpino Claudio Rovere, Luna nuova, l’alpino Mario Tonini, Lagendanews, Valentina Orsola, Radio Dora. Edinfine, un grazie particolare all’alpino Fausto Scoppapietra che, come coordinatore infermieristico dell’ospedale, ci ha decisamente aiutati a comprendere le necessità urgenti guidandoci, con l’ing. Bernardini dell’Asl3, a muoverci attraverso i tortuosi meandri della sanità.

    Dario Balbo