Va bene cos, signor ministro della Difesa?

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    ‘I britannici hanno arruolato i temibili gurka nepalesi, in Francia hanno affidato le armi a una Legione straniera: perch noi non potremmo arruolare una brigata di albanesi’?

    ‘I britannici hanno arruolato i temibili gurka nepalesi, in Francia hanno affidato le armi a una Legione straniera: perch noi non potremmo arruolare una brigata di albanesi’?Queste le dichiarazioni del nostro ministro della Difesa, onorevole Antonio Martino, rilasciate in un’intervista al Daily Telegraph. Martino ha detto di ritenere che ‘potremo essere costretti ad avere un esercito di stranieri’. Tutta colpa, secondo Martino, prima di tutto di quella che chiama ‘crisi di vocazioni’ da parte dei ventenni italiani e poi, perch no?, delle mamme, che sono poco prolifiche. Insomma, ci sono pochi giovani e quei pochi non vogliono saperne di arruolarsi nell’esercito. Continua, dunque, l’opera di demolizione delle nostre Forze Armate e della loro identit, sull’onda emotiva avviata dall’allora ministro della Difesa Scognamiglio, che lanci lo slogan ‘il servizio di leva una tassa che i giovani non sono pi disposti a pagare’. Subito imitato da chi afferm che la leva ‘ un cuneo che si inserisce nella vita del giovane, fra scuola e mondo del lavoro’. Dopo la faccenda della ‘tassa’ e del ‘cuneo’, visto il conseguente scarso interesse per la lunga ferma, qualcuno ha avuto la brillante idea di proporre l’apertura delle caserma a gay e lesbiche, e infine agli extracomunitari. Sembravano battute provocatorie, invece adesso che si accoda anche il ministro della Difesa, sono qualcosa di pi grave. E ancor pi grave appare la proposta di arruolare ‘una brigata di albanesi’ perch mancano diecimila uomini al nostro Esercito ed difficile mantenere i numerosi impegni internazionali che ci siamo assunti. Che fare?, si chiesto il ministro. Offriamo un lavoro, sottocosto, a chi si arruola anche per poche lire, agli extracomunitari, per esempio. Siano loro, si dev’essere detto l’onorevole Martino, a difendere gli interessi italiani all’estero, a dare credito alla nostra politica estera, a cantare ‘Fratelli d’Italia’ e salutare la Bandiera per i giovani italiani che non ne vogliono pi sapere. Di motivare il servizio di leva annuale e di leva permanente facendolo diventare pi serio ed economicamente competitivo, di selezionare i nostri interventi internazionali, di dotare l’esercito di armamenti moderni, di avvicinare il nostro bilancio della Difesa a quello degli altri Stati della Comunit non se ne parla. Peccato che il ministro non dica del trattamento che altrove viene riservato a chi lascia l’esercito dopo la ferma di tre o cinque anni, degli incentivi sociali, delle tradizioni degli altri Paesi. E non parli dei risvolti sociali e soprattutto morali dell’avventura che propone. Che gli sia sfuggito qualcosa?Gli basterebbe leggere uno dei tanti promemoria che la nostra Associazione ha presentato durante le audizioni in Commissione Difesa, nelle riunioni allo Stato Maggiore, nei numerosi incontri avvenuti anche recentemente a Roma. La proposta del ministro, se realizzata, avrebbe effetti devastanti per il nostro esercito e per la nostra societ, oltre che per gli stessi giovani. Rasenta l’irresponsabilit. Per quanto riguarda l’Associazione Nazionale Alpini pronta a intraprendere, nel rispetto delle istituzioni della democrazia, ogni iniziativa che sia in grado di contrastare questo progetto nefasto. E ci appelliamo al Capo dello Stato, custode della Costituzione e Capo delle Forze Armate, perch quello di servire in armi l’Italia sia considerato ancora un ‘sacro dovere’ del cittadino italiano.