Una testimonianza contagiosa

    0
    48

    È il 21 giugno, un caldo lunedì cittadino, e noi di Avo Milano, ci siamo improvvisamente trovati ad affrontare l’impervio Palazzo delle Scintille, hub vaccinale a Fiera Milano city che, dicono, sia il più grande d’Italia e dove si fanno 7-8.000 punturine al giorno. Era stato inaugurato il 25 aprile, con la collaborazione degli alpini e della Protezione Civile, i Corpi preposti all’assistenza ai vaccinandi che ora chiedono rinforzi a noi di Avo. Bruna Meloni (coordinatrice del Policlinico) ed io siamo arrivate in avanscoperta: lei, con il piglio consueto, io, con i miei 25 anni di servizio, non avevo osato negarmi al nuovo ruolo di coordinatrice Avo dell’hub. L’alpino che ci accoglie, Paolo Ghioldi, una vetta d’uomo alto 1 metro e 90, ci ha fatto capire subito che ci consideravano la manna caduta dal cielo. Così, dal giorno dopo è iniziata l’amicizia e la collaborazione con il Corpo degli alpini e abbiamo capito che i luoghi comuni su di loro sono tutti veri. Sempre dal giorno dopo, ho imparato che il loro motto “Di qui non si passa”, è applicato alla lettera: ai due ingressi A e B, quattro alpini piantonano e controllano che entrino solo i vaccinandi: gli accompagnatori abusivi e le mamme trepide sono lasciati inesorabilmente all’esterno con il solo telefonino in mano. All’interno gli alpini, sempre con il cappello che credo si tolgano solo quando vanno a letto e quindi identificabilissimi, occupano posizioni strategiche nello smistamento degli spaesati, emozionati e confusi. Al loro fianco ci sono anche donne e giovani con il gilet verde fluo uguale al loro che, mi hanno spiegato, sono i simpatizzanti, ovvero figli, mogli, ma anche amici che sono iscritti all’Ana e collaborano con loro all’occorrenza. Il tu è di rigore tra noi e loro e la condivisione non è stata solo dell’ufficio in comune, ma anche delle acque fresche che ci distribuiscono puntuali e delle pacche sulle spalle che ci scambiamo come saluto alla montanara.

    Maura Caminada

    Quando un giorno ripenseremo a questi anni, abitati dalla pandemia, sarà obbligatorio ricordare quello che hanno fatto e stanno facendo gli alpini, sia nell’assistenza a chi è stato colpito dal virus, sia nella disponibilità senza risparmio nella gestione dei centri di vaccinazione. Una testimonianza contagiosa, come ci ricorda questa gentile volontaria ospedaliera, che conferma la stima meritata da parte della gente, a smentire il pericolo di una retorica, tronfia di parole e debole nei fatti.