Porta qui la Distinta, sconcio!

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    Eccoci alle solite: Distinta qui, Distinta lì…mai che tocchi ad un cavallo ‘sta vita! Quando sono nata pensavo di essere anche io un cavallo; guardavo mia madre, una murgese magnifica ed ero estasiata. Grande e robusta lo sono diventata anche io, ma man mano che crescevo le mie orecchie e il mio muso erano più lunghi, più grossi, totalmente diversi insomma. Ho scoperto dopo che assomigliavo a mio padre, un asino di Martina Franca. Ho sentito un giorno il mio sconcio che spiegava ad una burba che io ero una mula di prima classe, nata dai genitori succitati. Di nobili origini, certo, ma pur sempre una mula. Pensavo per lo meno che essere di prima classe fosse una cosa stupenda, ma poi ho capito dov’era la fregatura! I muli di prima classe devono sgobbare il doppio, portare armi e munizioni, ma soprattutto dobbiamo portare il mortaio da 120, composto da 3 pezzi: piastra, affusto e bocca da fuoco. Faccio in pratica il lavoro di almeno 3 alpini! I muletti di seconda e terza classe trotterellano felici in fondo alla fila, trasportando tende e cibo. Però qui al Vestone, il mio Gruppo, noi muli siamo trattati meglio dei cavalli perché siamo i veri amici dell’alpino. Dal 1872 in poi li abbiamo seguiti ovunque, condotti dai nostri sconci, portando per loro i pesi maggiori. Senza mai un dubbio, senza mai un tentennamento abbiamo affrontato le grandi guerre insieme agli alpini, donando loro la nostra forza e il nostro calore nelle fredde notti invernali. E loro si son sempre presi cura di noi. E poi… qualcuno ha deciso che potevamo essere sostituiti. Costavamo troppo, dicevano. Ma noi, i muli, sappiamo che chi ha preso questa decisione non è stato un alpino. Solo un alpino sa che nessuna macchina potrà mai sostituirci, nessuna macchina potrà mai salire i sentieri impervi che abbiamo affrontato insieme, nessuna macchina potrà riscaldarli durante le notti invernali e potrà mai guardarli con occhi colmi d’affetto. E solo noi, i muli, sappiamo che domani, come ieri, gli alpini ci avranno sempre nel cuore.

    La vostra mula Distinta
    per la penna di Guglielmo Dotti Castel San Pietro Terme (Bologna)

    Caro Guglielmo, a volte, guardando gli animali diciamo: gli manca solo la parola. Per indicare che li sentiamo quasi creature umane. Succede quando entriamo in simbiosi con loro, comunicando emozioni e sentimenti interiori. E questo gli animali lo percepiscono e ci restituiscono pari sentimenti, senza le ambiguità degli esseri umani. Tu hai dato la parola a Distinta, e lei te ne è grata. In realtà l’unica parola che risuona forte è il tuo grazie verso di lei con tutta la stima verso questi straordinari alleati degli alpini.