Una spina nel cuore

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    Gentile direttore, ieri pomeriggio sono stato, come volontario di Protezione Civile, in piazza a Verona per contribuire ad un evento organizzato dal Comune allo scopo di sensibilizzare i giovani sui pericoli della pandemia e a farsi effettuare gratuitamente i tamponi relativi al virus Covid-19. Sono state montate due tende a tempo di record e verso metà pomeriggio sono iniziate le attività di test con personale Sanitario dei nosocomi veronesi di primissimo livello. Lodevole certamente l’iniziativa dell’Amministrazione che ha voluto installare un punto di esecuzione tamponi rapidi proprio nel luogo dove e quando abitualmente si riuniscono nel fine settimana. Unico neo però è stata proprio la partecipazione degli stessi; erano lì a poca distanza dalle nostre tende, nei plateatici dei locali pubblici che consumavano e fumavano quasi tutti ad onor del vero seduti al tavolo, ma più di qualcuno aveva diciamo “carburato” eccessivamente. Pochi di quei giovani sono venuti a farsi effettuare il tampone; hanno continuato fino alla chiusura serale dei locali a sghignazzare senza nessun rispetto né del personale sanitario, né di noi volontari che abbiamo dovuto sopportare tali comportamenti. A detta di tutti noi, uno spettacolo che rasenta l’immoralità. Preciso che degli oltre duecento test eseguiti, la stragrande maggioranza è stata su persone di mezza età, se non anziane. Vede direttore, io sono convinto che i giovani saranno sempre capaci di stupirci e di accollarsi col tempo la responsabilità di “rientrare nei binari” della ragionevolezza ma ritengo, forse a torto, che per quelli che ho visto ieri, sarà particolarmente dura.

    Ermenegildo Slongo, Verona

    Caro amico, quanto tu scrivi è una “spina” nel cuore di tanti cittadini, a cominciare dal sottoscritto, che si ribellano a un andazzo di sfrontatezza e irresponsabilità. La chiamano movida, ma è solo arrogante ostentazione di un falso concetto di libertà, purtroppo a spese dei più fragili. Unica consolazione è sapere che questi giovani non sono i giovani. Ne fanno parte ma sono una minoranza, quella sbruffona che scende in piazza a fare quello che gli pare. La speranza è che le forze di controllo abbandonino rapidamente una certa esagerata tolleranza. Toccarli nel portafogli è ancora poco, ma è pur sempre un segnale che bisogna dare.