Una promessa mantenuta

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    L’Alpino, nell’edizione dello scorso giugno, ha dedicato la sua copertina al rifugio Contrin: sullo sfondo di una splendida panoramica del nostro ultimo raduno tenutosi lassù, campeggiava la scritta a caratteri di scatola: ritorneremo! La pandemia ha infatti impedito le nostre manifestazioni e i nostri appuntamenti più importanti. Basti ricordare che gli alpini, in quest’anno orribile, con enorme rammarico, hanno dovuto inusitatamente rinunciare persino all’Adunata nazionale: è detto tutto. Anche il tradizionale raduno di fine giugno al Contrin ha seguito la stessa sorte. Pensare che il Consiglio Direttivo Nazionale aveva deliberato, poco prima dello scoppio dell’emergenza, di elevare il nostro incontro dolomitico al rango di cerimonia stabilmente solenne. E dunque quella copertina del periodico dell’Ana ha saputo mirabilmente sintetizzare il pensiero delle penne nere d’Italia: il desiderio di ricominciare, di stare ancora insieme “all’alpina” e cioè con lo spirito, la decisione e la serenità degli uomini e dei soldati della montagna.

    Quale immagine, meglio della “Casa degli alpini” sotto la Marmolada, poteva simboleggiare il luogo ideale e denso di significato, nel quale tutto può tornare alla normalità? Tutti sanno però che gli alpini hanno fama non di sognatori, ma di gente concreta. Poche parole e tanti fatti. Questo, o qualcosa di simile, dev’essere passato per la mente del Presidente nazionale Sebastiano Favero, nel momento in cui, ricordando quella promessa, ha deciso di mantenerla con un atto di grande peso, convocando proprio presso il rifugio Contrin la riunione di settembre del Consiglio Direttivo Nazionale. Ben consapevole, il Presidente, che stavolta non si trattava di una semplice convocazione del Cdn “in esterna”, bensì di un autentico segnale a tutta l’Associazione che, con le dovute cautele, anche per noi si inaugura davvero una “Fase due”.

    La macchina efficiente della nostra organizzazione si è prontamente messa in moto per rispondere adeguatamente all’ordine ricevuto e predisporre il necessario per il significativo ritorno. E così sono stati allertati i gestori del rifugio: l’inossidabile Giorgio Debertol, con l’aiuto dell’ineccepibile figlia Francesca e dei suoi collaboratori, hanno predisposto una perfetta ospitalità nella nostra stupenda struttura; la Sezione di Trento, nel cui territorio si trova il rifugio, ha provveduto al supporto logistico e organizzativo necessario, mentre una squadra di Protezione Civile della Sezione di Belluno è giunta con mezzi ed attrezzature idonei all’impiego in quota e ha allestito sul prato nei pressi della chiesetta dedicata a San Maurizio un tendone, al cui interno, con rigoroso rispetto delle precauzioni anti Covid-19 e a debito distanziamento interpersonale, si sono fruttuosamente svolti i lavori del Cdn.

    Le attività consiliari sono alacremente proseguite anche nelle riunioni delle varie commissioni, le quali hanno potuto impiegare gli spazi disponibili nell’edificio principale e nell’attiguo rifugio Reatto, dove recentemente è stata riallestita anche la storica biblioteca alpina, abbellita dai disegni del famoso pittore alpino Giuseppe Novello. Il mattino seguente, al cospetto delle alte cime che circondano l’area del Contrin, si è svolta una sobria cerimonia alpina, nella quale, sempre con l’attenzione richiesta dall’attuale situazione, il Labaro, accompagnato dalla fanfara alpina della Sezione trentina “Valle Laghi” e scortato dall’intero Cdn, è tornato a presiedere il commosso ricordo non solo dei Caduti di tutte le guerre, ma anche dei tanti, alpini e non, che il morbo crudele si è portato via. La Preghiera dell’Alpino, recitata alla fine della Messa celebrata “al campo” da frate Gianni, ci ha infine accomunati nell’anelito che gli alpini dell’Ana, superando difficoltà grandi e piccole, sappiano avere sempre la voglia e la capacità di non fermare mai il loro percorso, che dura ormai da più di un secolo, sulla strada del dovere, della memoria e della solidarietà.

    Roberto Bertuol