Alla tenda del Morbegno

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    Al Pian delle Betulle il virus non scalfisce il ricordo. Il ten. col. Mario D’Angelo, il ten. Taddei, il caporale scelto Mirandola e l’alpino Trisciulli, hanno portato il saluto degli alpini in armi del Morbegno ai partecipanti la cerimonia annuale al Pian delle Betulle, svolta alla chiesetta ex voto dei reduci morbegnini. La manifestazione si è svolta in forma emergenziale e a ranghi ridotti: ufficialmente era stata annullata, ma il desiderio di ricordare quanti hanno vissuto momenti che definire difficili pare un eufemismo è stato forte, così la tradizione non è stata interrotta.

    La cerimonia, che ha visto il momento più toccante nella Messa celebrata da padre Pierfrancesco, della congregazione del Pime e alpino del battaglione Edolo, è iniziata con l’alzabandiera; i gagliardetti, i vessilli, il coro e il Consiglio sezionale erano dislocati all’interno della piccola cinta muraria che protegge la chiesa, detta anche “Tenda dell’anima” progettata dal reduce alpino, architetto Mario Cereghini (1903-1966). Il resto dei partecipanti, invece, si è posizionato fuori da questo perimetro.

    Il Presidente sezionale Marco Magni ha spiegato il motivo di una cerimonia così asciutta, mentre il ten. col. D’Angelo, nuovo comandante del battaglione Morbegno, ha messo in parallelo le difficoltà di un tempo e quelle attuali. Il Consigliere nazionale Mario Rumo ha portato il saluto del Presidente e del Consiglio Direttivo Nazionale, ringraziando i sindaci per la collaborazione con l’Ana. All’interno della chiesetta, una breve, semplice cerimonia di benedizione delle marmette con il nome dei Caduti, è stato l’ultimo atto ufficiale prima dell’ammainabandiera. La speranza è che si superi la crisi sanitaria con meno danni possibili e che il Morbegno, impegnato su scenari internazionali, ritorni a baita senza perdite. Le nappine bianche hanno già dato tanto.

    m.r.