Una bellissima lettera

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    Sono un vecchio artigliere alpino, classe 1937 di Biella, naja a Belluno. Per “ubbidienza” debbo darti del tu. Leggo con tantissimo piacere i tuoi editoriali pregni di saggezza e intelligenza. Ti debbo però dare una tiratina di orecchie su quanto hai scritto su Beppe Parazzini. Parole stupende, senza dubbio alcuno, che però mi hanno lasciato alquanto perplesso. I tuoi scritti sono letti da noi alpini in prevalenza avanti con gli anni. Parte di noi, però, non ha la tua levatura intellettuale per potere apprendere appieno il tuo pensiero così alto e così profondo. Avrei preferito parole semplici, comprese da tutti, seppure difficili in questo contesto. Ho riletto le parole, bellissime e di una semplicità disarmante del Manzoni, riguardo alla disperazione di Lucia, imprigionata dall’Innominato, parole intese da tutti, tanto da addormentare Lucia serenamente sorretta dalla Fede in Maria. Per quanto riguarda la foto di Parazzini, bersagliato dalle uova vigliacche, credo che la bassissima risoluzione, sia la migliore occasione per realizzare la più bella copertina di sempre. Ti chiedo per me qualcosa di speciale: una preghiera per la mia cara moglie Tiziana scomparsa da 15 giorni. Ho un dolore immenso, inimmaginabile. Siamo stati insieme con amore 60 anni. Era la mia vita. Iddio l’ha voluta con sé. Ti ringrazio e perdonami.

    Vittorio Foglia Taverna, Gruppo di Trivero, Sezione di Biella

    Caro Vittorio, grazie di questa bellissima lettera. Bellissima perché piena di autentico spirito fraterno. Hai ragione nel dire che l’editoriale su Beppe era un po’… colto. Può essere che abbia voluto volare alto, ma credimi, tutto questo mi veniva da un senso del dovere verso un uomo e un alpino di grande valore umano e civile. Ti sono vicino nel momento difficile, con un abbraccio cordiale.