Capitano, mio Capitano!

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    Oggi mi sento molto triste nello spirito perché ho perso il mio capitano di quando indossavo con orgoglio la divisa militare, a Bolzano, alla caserma Huber. Fulvio Meozzi è stato uno straordinario ufficiale, di origini mantovane, determinato ed esigente il giusto, un uomo dalle eccezionali doti e potenzialità, che coronò una luminosa carriera arrivando a conquistare il prestigioso grado di generale di Corpo d’Armata nel capoluogo altoatesino, con competenze anche sulla provincia di Belluno. Solamente oggi sono stato informato che è “andato avanti” già lo scorso anno. Per 15 mesi è stato il mio capitano al gruppo Verona, 75ª batteria di artiglieria da montagna. Noi tutti, suoi giovani sottoposti, “i suoi ragazzi”, saremmo andati anche nel fuoco per lui, tanto era un uomo esemplare, entusiasta e trascinatore, era unico! Nel marzo del 1960, mentre mi trovavo a Bracciano per un corso, sono stato colpito da un grave lutto in famiglia: lui, il mio capitano, mi è stato tanto vicino confortandomi e sostenendomi con grande solidarietà e sensibilità. Non potrò mai dimenticare questo sostegno, fu fondamentale e provo ancora molta gratitudine per lui. Al campo estivo di quello stesso anno, sfoderando le esperienze maturate in un coro di montagna, creai un piccolo complesso di circa 8/10 elementi, fra trentini e veronesi. Il capitano Meozzi, venuto a conoscenza di ciò, ed essendo stato anche lui un cultore del bel canto, ci invitava spesso dopo cena nella sua ampia tenda e lì, in un’atmosfera gioiosa, si cantava e cantava sino all’esaurimento del repertorio. Tornando ad oggi, avrei difficoltà a chiamarlo signor generale, preferirei un bel “comandi capitano!”. Da alpino, fortunato per aver avuto un capitano di cotanta conoscenza e umanità, mi inchino, emozionato e rispettoso, alla sua memoria, con un pensiero riconoscente per tutto ciò che lui è stato per me.

    Italo Leveghi, Sezione di Trento

    Mi fa sempre impressione vedere come anche i giovani sappiano distinguere il valore di una persona dal ruolo che ricopre. Il valore ci forma. Il ruolo si ricorda.