Un nuovo inizio

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    Ci abbiamo provato più volte combattendo e sperando con i colori della bandiera gialla, arancione e rossa. Poi stavamo per rinunciare, ma alla fine abbiamo voluto farlo a tutti i costi. Per rispetto alla nostra Sezione e ai nostri alpini, ma anche per provare a dare un simbolo della voglia di ripartire. Le istituzioni, con cui ci siamo confrontati per il rispetto delle normative per il Covid, ci hanno subito dato fiducia. “Siete alpini, di voi ci possiamo fidare” era la frase che sentivamo spesso. Bello sentircelo dire, ma quanta responsabilità!

    Cominciamo sabato mattina in Sezione. C’è un po’ di sole che ci fa sperare. Arrivano il Presidente Favero e numerosi Consiglieri nazionali. Poi l’emozione dell’entrata del Labaro nello schieramento. Scopriamo la nostra targa del centenario. Madrina è Franca Tripodi, moglie del nostro vice Presidente Saverio, recentemente “andato avanti” a causa del Covid. Nel pomeriggio siamo a Lavagna. Scopriamo e inauguriamo il nuovo monumento all’Alpino. Il Capogruppo e Consigliere sezionale Piero Bonicelli è onnipresente e iperattivo.

    Il monumento, opera di Dallorso, noto scultore locale, ha un bel cippo di ardesia, una pietra chiamata anche lavagna, come questa cittadina. Ma il momento culmine è a Chiavari, domenica mattina in piazza Roma. Piove. Siamo un po’ depressi. Come andrà? Poi pian piano la piazza si riempie, sempre con ampi distanziamenti previsti e rispettati. La piazza è lunga e si chiude con un imponente monumento ai Caduti.

    Arrivano 27 vessilli sezionali, non solo dal nostro Raggruppamento. Arriva Lodovico Portesine, 103 anni, reduce di Grecia e di Russia. Prigioniero in Russia. Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Arriva Maria Pia d’Eramo, figlia della Medaglia d’Oro Italo d’Eramo, caduto a Waluiki nel gennaio 1943.

    Dopo una lunga trafila, complicata dalle chiusure per il Covid, abbiamo recuperato il suo piastrino, ritrovato per caso a Rossosch. Non sapevamo ci fosse un suo parente ma la ricerca è stata breve e fortunata. E ora è con gli alpini, molto emozionata, come tutti noi. Continua a piovere a tratti. Ma non ce ne accorgiamo più, tanta è la gioia di essere tanti alpini insieme dopo tanto tempo. Anche il Presidente e i Consiglieri nazionali tradiscono l’emozione: quanto tempo che il Labaro non entra con le note del nostro inno tra 68 gagliardetti e 28 vessilli sull’attenti!

    Tra i Gruppi c’è anche il gagliardetto di Rocca di Mezzo (Abruzzi), paese d’origine della famiglia d’Eramo: il Gruppo è intitolato proprio a Italo. Deponiamo la corona ai Caduti secondo il consueto cerimoniale. Poi qualche breve discorso, ma soprattutto Maria Pia d’Eramo sale sul palco. Il Presidente sezionale invita Sebastiano Favero. Un piccolo contenitore verde si apre e appare un piastrino perfettamente leggibile, dopo 78 anni. Maria Pia lo prende e lo tocca con mani tremanti. Non ha la forza di parlare. Ai giornalisti presenti dirà che è un pezzo di suo padre che è tornato.

    Si chiude la cerimonia. Non possiamo andare a mangiare tutti insieme questa volta. Un po’ di malinconia viene. Chiediamo quasi scusa ai nostri ospiti, ma lo sappiamo, adesso è così. Tutti però sono entusiasti. È stato veramente un nuovo inizio che ha dato la carica. Chissà se al Col di Nava si potrà fare qualcosa di simile. Dipenderà dal sindaco e dalle istituzioni locali. Certo non può essere come prima ma ci speriamo… “siete alpini, di voi ci possiamo fidare”.

    s.p.

    CENNI SULLA SEZIONE DI GENOVA

    La storia della Sezione è stata raccontata diffusamente nel numero di novembre de L’Alpino; proponiamo qui una sintesi dei principali fatti. La Sezione di Genova nasce il 23 novembre 1920. Tra i fondatori c’è Ferdinando de Magistris, già tra i fondatori dell’Ana. C’è anche Ettore Erizzo, poi Presidente nazionale dal 1956 al 1965. Cinque Adunate nazionali a Genova, la prima nel 1931, l’ultima nel 2001. I primi interventi spontanei alpini di una non ancora nata Protezione Civile furono nel 1970 per l’alluvione di Genova. Nel primo intervento nazionale dell’Ana del 1976, in occasione del terremoto in Friuli, la Sezione opera nel cantiere n. 8 di Osoppo e il Presidente Renzo Less si guadagnerà la cittadinanza onoraria. La Sezione è proprietaria di un piccolo, bellissimo rifugio, il Regina Elena, costruito, distrutto dalla valanga, ricostruito più bello sempre dai nostri alpini nel Parco dell’Argentera, sulle Alpi Marittime. Genova ha quattro cori sezionali: Soreghina, Voci d’Alpe, Rocce Nere, Monte Zerbion e una neonata fanfara sezionale, ferma in attesa che passi la pandemia. L’idea e la paternità del Centro Studi Ana è genovese poiché nacque dalla volontà del socio Alfredo Costa, allora vice Presidente nazionale. È anche genovese la fondazione del primo nucleo del Servizio d’Ordine Nazionale che vide la luce nel 1965, in occasione dell’Adunata di Trieste. Ha un piccolo ma significativo Museo degli alpini nel Comune di Savignone, una colonna sezionale con 100 volontari e 15mila ore di attività in quest’anno di Covid.