Cari Alpini mentre scrivo è vivo quanto sta succedendo nel mondo ed in particolare quanto è successo a Parigi con troppe vittime innocenti, tra le quali anche una nostra connazionale, morte per mano di una cultura di odio e disprezzo nei confronti di chi ha fede, valori e tradizioni diverse. Papa Francesco ha detto che siamo nella terza guerra mondiale e francamente non ha torto.
In momenti come questi, quando da più parti, anche da chi ci governa, viene richiamata l’unità ci corrono alcune riflessioni. Per essere uniti bisogna condividere ideali e valori, per condividere occorre avere senso di appartenenza e identità, per avere senso di appartenenza serve una cultura ed una educazione comuni in buona sostanza avere una civiltà ed una Patria a cui riferirsi. Per noi la civiltà occidentale ed europea e la nostra Italia.
Ma questo è già quanto recita la Preghiera dell’Alpino quando ci ricorda di difendere “la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana”. È solo difendendo la propria identità che è possibile trovare il modo di convivere pacificamente con chi ha religioni e culture diverse. Perché senza identità non si hanno valori e riferimenti ed è difficile dialogare con gli altri. Questo è quello che dovrebbe essere insegnato ai nostri giovani: conoscere le proprie origini, essere fieri della propria appartenenza, saperla valorizzare e promuovere sapendo che per poter vivere in pace occorre che ognuno compia fino in fondo il proprio dovere e sia disponibile a dare qualcosa di se stesso agli altri. Allora anche noi soci dell’Ana dobbiamo essere capaci di pensare in positivo, di comportarci tra di noi e nei confronti degli altri con grande disponibilità.
Siamo una associazione d’arma con le sue regole da rispettare, ma siamo anche quelli che da sempre hanno privilegiato il fare alla forma, pronti a dare il meglio di sé tutte le volte che serve. E allora un invito a tutti cari soci, oggi più che mai, cerchiamo a tutti i livelli di mantenere tra di noi atteggiamenti e comportamenti tali da evitare contrapposizioni o peggio contenziosi sapendo sempre applicare quel buon senso alpino che ci hanno insegnato i nostri veci.
È questo l’augurio per le prossime festività che faccio a me e a tutti voi: essere componenti attivi di una Associazione che, negli anni del centenario della Grande Guerra e della nostra costituzione, sappia recuperare appieno i suoi valori e soprattutto la sua coesione e l’unità d’intenti. Buon Natale e buon anno ai nostri alpini in armi, ai nostri soci e alle loro famiglie, in particolare ai reduci, ai due nostri Marò purtroppo non ancora liberi, ai comandanti della Difesa, dell’Esercito e delle Truppe Alpine, ai nostri collaboratori, ai capigruppo, ai presidenti di Sezione, ai consiglieri nazionali e a tutti coloro che ci sono vicini e ci vogliono bene.
Con affetto,
il vostro Presidente
Sebastiano Favero