Un museo di guerra nel cuore della Marmolada

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    Nella serie di gallerie scavate nel ghiaccio dagli austriaci durante il primo conflitto mondiale.

    di Mario Dell’Eva

     

    Marmolada, la Regina delle Dolomiti, con la cima pi alta a 3342 metri per anni al centro delle cronache per la lunga questione di confini fra la provincia di Belluno e di Trento nota per la guerra che si combatt lass dal 1915 al 1917, in un ambiente in cui era quasi impossibile solo viverci.
    Quel massiccio dolomitico caratterizzato da un esteso ghiacciaio, che da anni registra per un progressivo, inesorabile ritiro. Nella Grande Guerra il tenente austriaco Leo Handl progett la costruzione della Citt di Ghiaccio, cio una serie di gallerie e grotte scavate all’interno del ghiacciaio, verso nord, nelle quali la truppa poteva trovare riparo e conforto, protetta dalle insidie e dai tiri delle armi italiane. Fu un vero capolavoro di ingegneria, riteniamo ancor oggi insuperato.
    Quella maestosa montagna, con le sue nevi immacolate, negli anni 70 vide la costruzione di una gigantesca funivia che in tre sbalzi porta da Malga Ciapla a Punta Rocca. Qualcuno afferma che la Marmolada fu violentata dalle idee ed esigenze moderne, altri invece plaudono all’iniziativa che da la possibilit a gente comune di gustare le bellezze uniche dell’alta quota.
    Al termine del secondo tratto della funivia, a Forcella Serauta, nato un museo di guerra, ospitato in locali della stazione funiviaria, ideato da Mario Bartoli e voluto dal titolare della societ Vascellari.
    La guerra li divise il ricordo li unisce, si legge su un cippo posto all’ingresso di una grotta, ripristinata nell’ambito della zona monumentale, istituita con una legge del 1975 e che si estende fino a Punta Serauta. All’inizio del camminamento collocata una colonna di granito, proveniente dall’antica basilica di Aquileia e posta lass su iniziativa del Nastro Azzurro di Belluno, allora presieduto dal gen. Carlo Ghe, gi comandante del 7 Alpini.
    Il Museo della Marmolada accoglie tutti i reperti, italiani e austriaci che continuano a venire alla luce col graduale ritiro dei ghiacci. La cruda dimostrazione della vita del combattente in alta m o n t a g n a mostrata in q u e s t o museo, vuol essere una esortazione alla pace e all’amicizia fra i popoli, si legge in una pubblicazione, edita dal Centro Studi sorto a supporto del museo, diretto attualmente da Mario Fornaro.
    Il ripristino delle opere di guerra stato eseguito dalle guide alpine di Rocca Pietore e della Val di Fassa, con un notevole aiuto degli alpini in armi prima della brigata Cadore e poi della Tridentina, il cui comando ha finora concesso, nel periodo estivo, un militare come guida al museo. Una zona museale all’aperto stata curata alla Forcella V che venne difesa strenuamente per due anni dalle truppe austriache e conquistata dagli italiani solo nel settembre 1917, dopo un anno di tentativi sanguinosi, ma abbandonata poi il 4 novembre 1917 a seguito della ritirata di Caporetto. E lass, a 3000 metri, si cercano ancora i resti del ten. Flavio Rosso e di 9 subalterni del 51 Fanteria brigata Alpi, scomparsi sotto le macerie proiettate dallo scoppio di una mina austriaca, fatta esplodere alla fine di settembre di quell’anno.
    La zona monumentale di Punta Serauta e Forcella V, nonch il Museo, rientrano in un vasto piano di ripristino di opere e sentieri di guerra che dovrebbe andare dal teatro della grande guerra delle Tofane, al Lagazuoi, al Col di Lana, alla Marmolada, alle valli del Primiero, Fassa e Fiemme, fino all’Adamello, comprendendo la zona vicentina dell’Ortigara, di Asiago e del Pasubio.
    La pubblicazione Marmolada pu essere richiesta al direttore del museo Mario Fornaro Corso Veneto, 75 32022 Alleghe (BL).