Avolte mi sento un intruso tra voi. Mi spiego… anzi no, sarò ambiguo, così sarà più divertente. La vostra sbandierata unità nazionale penso che sia schifosamente travisata da chi fa propaganda per un partito i cui componenti e sostenitori manderei ai forni! Si avete sentito bene! Sono un meridionale, ma che io sappia il sangue versato per l’Italia non è solo alpino. Sul Col Fenilon, Col Moschin, Col Fagheron non era tutto e solo sangue del nord. All’Adunata ho sentito dei commenti, principalmente da gente anziana, che mi hanno fatto pensare: qui non mi vogliono. Le guerre sono finite, l’esercito è cambiato, ormai tu sei fuori posto con le idee!! Sono un ALPINO e prima ancora un soldato e le vecchie generazioni infangano la reputazione di noi giovani. Dalle Alpi alla Sicilia è tutta Italia.
Alessio Tricani Catania
Ho dovuto tagliare gran parte della tua lettera per ragioni di spazio e per certe espressioni troppo pittoresche o inaccettabili (qualcuna l’ho lasciata): si correva il rischio di far perdere il significato di un messaggio, che invece va letto correttamente. Lasciamo da parte la politica, non c’interessa, non fa parte della nostra cultura e veniamo al problema: la posizione degli Alpini a fronte di un cambiamento radicale nell’organizzazione dell’Esercito e della provenienza dei volontari. E’ vero che il contributo di sangue nelle guerre combattute dall’Italia non ha paternità geografiche o di reparto e mi risulta anzi che le più belle motivazioni delle medaglie d’Oro conferite sul Grappa sono di fanti siciliani, ma è altrettanto vero che storicamente gli Alpini sono nati, come corpo, sono stati irreggimentati e hanno scritto le pagine leggendarie che tu ben conosci come soldati a reclutamento quasi esclusivo delle regioni Centro Nord, ufficiali a parte. Se invece di coltivare un sentimento di rivolta, quasi di acredine, che qualche comportamento biasimevole può anche provocare, cercassi di capire che le vecchie generazioni, di cui apprezzi poco o niente, sono un patrimonio di storia, tradizioni, valori sui quali continua a camminare la nostra identità, grazie anche alla presenza di un servizio gratuito in tanti paesi e città dove operano sezioni e gruppi ANA, forse riusciresti ad entrare in sintonia con un mondo che non ti rifiuta, ma che non ha la tua fretta di voler cambiare tutto. Semplicemente perché non è convinto che sia in meglio. Infine dimentichi che molte sezioni fanno un prezioso lavoro di coinvolgimento dei nostri ragazzi in armi, senza dimenticare l’azione incessante del presidente nazionale per attivare sezioni e gruppi nel sud.